Si avvicina il momento della finanziaria d’autunno e nel Governo giallo-verde si avvicina il momento della resa dei conti. E non si tratta della resa dei conti tra Lega e M5S, tra Salvini e Di Maio. Si tratta soprattutto della resa dei conti tra i vincoli dell’Ue e le irrealizzabili promesse elettorali. Irrealizzabili se quei vincoli non vengono rimossi o almeno in qualche modo superati. Da quando ha preso la carica di Ministro, il professor Tria sembra aver preso la strada opposta: fin dal primo momento si è preoccupato soprattutto di rassicurare i mercati, di rassicurare i funzionari europei sul fatto che l’Italia non avrebbe superato i noti vincoli sul deficit (il fatidico e paradossale 3%), anzi, se ne sarebbe tenuta ben lontano, addirittura sotto il 2%. Ma questo vincolo assurdo, che la Francia non rispetta da ormai 9 anni, per noi è una palla al piede intollerabile, che può solo affossare un’economia sempre più dipendente da esportazioni ancora vigorose. Ma è un vigore che non può durare per sempre e, soprattutto, non sarà mai sufficiente ad avviare un circolo virtuoso.



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