Mille miliardi, è questa la cifra mostruosa, difficile da immaginare quanto da scrivere, che corrisponde al valore di Amazon. L’annuncio della clamorosa soglia raggiunta è stato dato nella giornata di ieri, con il noto sito e-commerce che diventa così la seconda multinazionale al mondo a raggiungere questo incredibile traguardo dopo Apple. Due aziende che in parte si assomigliano, che appartengono al mondo del web, dei social, del marketing 2.0, e che hanno avuto un’ascesa straordinaria da una decina d’anni a questa parte. Amazon nacque nel 1994 grazie all’intuizione geniale di Jeff Bezos, e nei suoi 24 anni di vita ha registrato un solo clamoroso flop, quello del Fire Phone. Già perché Amazon nel 2014 si mise in testa di provare a fare concorrenza proprio ad Apple, annunciando il nuovo smartphone che venne però bocciato clamorosamente dal mercato, e poi abbandonato definitivamente. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



CLAMOROSO TRAGUARDO PER AMAZON

I mille miliardi di capitalizzazione sono senza ombra di dubbio un grande traguardo per Amazon, ma per il colosso dell’e-commerce negli Stati Uniti non mancano gli attacchi trasversali dei principali esponenti della politica. L’azienda fondata da Jeff Bezos non è mai stata vista di buon occhio da Donald Trump, col Presidente Usa che aveva preannunciato stretti controlli dal momento della sua elezione. Ma anche il candidato Democratico che aveva conteso a Hillary Clinton il ruolo di sfidante di Trump nelle ultime presidenziali, ha avuto parole al vetriolo riguardo Amazon, criticando tre punti cardine dell’azienda: i salari, secondo Sanders non adeguati al ruolo ricoperto dai lavoratori in Amazon. I contratti, che non hanno garanzie e secondo Sanders si concedono troppe licenze rispetto a quanto impongono le aziende americane. E le condizioni di lavoro e di sicurezza, allo standard più basso, sempre secondo l’esponente Democratico, rispetto a quelli delle altre grandi aziende. (agg. di Fabio Belli)



DA LIBRERIA ONLINE A COLOSSO E-COMMERCE

Amazon ha raggiunto Apple nel club dei mille miliardi di capitalizzazione. La società fondata da Jeff Bezos ha raggiunto questo risultato esattamente un mese dopo il colosso di Cupertino, finora l’unica azienda ad aver tagliato il traguardo plurimiliardario. Continua dunque la scalata di Amazon a Wall Street. La società nell’ultimo anno ha visto i suoi titoli raddoppiare. E pensare che tutto è cominciato nel 1994 in un garage di Seattle come una piccola libreria online. Dopo un esordio in Borsa non proprio felice nel 1997 e lo scampato pericolo della bolla dotcom, Amazon ha conosciuto negli ultimi anni un’accelerazione importante. Il valore dei titoli è triplicato dal 2015 fino a raggiungere il record dei mille miliardi. Grazie alla sua creatura, ora Jeff Bezos è l’uomo più ricco del mondo. Ma questa corsa comunque non sembra destinata a fermarsi. Ora Amazon vuole affermarsi nel settore della raccolta pubblicitaria online, sfidando Google e Facebook. E potrebbe stringere accordi con Hollywood per sfidare Netflix. (agg. di Silvana Palazzo)

AMAZON COME APPLE: MILLE MILIARDI DI CAPITALIZZAZIONE

Amazon sta distruggendo ogni possibile record di vendita e nel contempo di fatturato e valore. Come riferito poco fa da diversi organi di informazione online, a cominciare da La Repubblica, la creatura di Jeff Bezos raggiunge quota mille miliardi di dollari di capitalizzazione. Un onore che non spetta a molte altre aziende, e il numero magico lo aveva già toccato Apple poco tempo fa, altra multinazionale famosissima in tutto il modo. Il titolo ha toccato quest’oggi a Wall Strett quota 2.050,27, la valutazione che ha permesso appunto di raggiungere il record dei mille miliardi. A favorire il raggiungimento di questo prestigioso obiettivo, anche le previsioni degli analisti.

OBIETTIVO, AUMENTARE GLI INTROITI DELLA PUBBLICITA’

Morgan Stanley ha lasciato il rating al livello overweight, portando il target price da 2.500 a 1.850 dollari, attualmente il più alto alla borsa di New York. Gli analisti Moffett Nathanson, hanno invece alzato l’obiettivo di prezzo del titolo da 2.100 a 2.220, raccomandando poi di “comprare”. Inoltre, Amazon ha goduto anche del riposizionamento recente della stessa società, che come riferisce il New York Times, sta sfidando Google e Facebook nella pubblicità online. Nel bilancio dell’ultima trimestrale, la voce di bilancio indicata come “altro” ha incluso soprattutto le vendite da pubblicità che sono aumentate del 130%, circa 2.2 miliardi di dollari. Numeri importanti ma ancora miseri rispetti agli 88 miliardi generati insieme da Big G e dalla creatura di Zuckerberg. Ma Amazon ha dalla sua una risorsa preziosa: una montagna di dati e analisi derivanti dalle vendite dei prodotti.