La svolta ambientalista di Burberry si traduce in un annuncio a sorpresa: la casa di moda non brucerà più i capi invenduti, una pratica mediamente diffusa tra i brand di lusso per evitare che le merci vengano contraffatte, rubate o svendute a prezzi troppo bassi. A riportarlo è il sito Bbc online, ricordando come a luglio scorso abbia generato feroci polemiche, soprattutto da parte dei gruppi ambientalisti, la notizia secondo cui Burberry ha bruciato l’anno scorso “avanzi di magazzino” per circa 29 milioni di sterline, corrispondenti a circa 32 milioni di euro. Come riportato da Il Post, in quell’occasione la società si era giustificata sottolineando come quello trascorso fosse stato un anno eccezionale, poiché aveva dovuto eliminare profumi dal valore di 10 milioni di sterline come richiesto dall’accordo per la distribuzione con la multinazionale di cosmetici statunitense Coty. Da questo momento in poi i prodotti invenduti saranno riutilizzati, riciclati, riparati o regalati.



IL CEO MARCO GOBBETTI, “LUSSO NON PRESCINDE DA RESPONSABILITA'”

Che ci sia una precisa volontà da parte di Burberry di strizzare l’occhio agli ambientalisti lo si evince anche dal fatto che già nella prossima collezione, che verrà presentata il 17 settembre alla Settimana della moda di Londra, non saranno presenti pellice animali. L’azienda, che in passato utilizzava pelliccia di coniglio, volpe, visone e procione, già nel mese di maggio aveva fatto sapere di prendere in considerazione questa ipotesi. A commentare in una nota queste novità, come riportato da La Repubblica è stato il CEO di Burberry, Marco Gobbetti, che ha spiegato:”Il lusso moderno non può prescindere dalla responsabilità sociale e ambientale e questo per noi è fondamentale e sarà la chiave del nostro successo a lungo termine“. Gobbetti ha assunto la guida del gruppo nel luglio 2017, con lo scopo di rafforzare la presenza del brand nel comparto moda e di superare la crisi degli ultimi anni lavorando alla riprogettazione dei punti vendita.

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