Brusco calo dei dati relativi alla produzione industriale a novembre nell’Eurozona: e il “rosso” registrato (-1,7%) su base mensile porta tutte le Borse dei Paesi UE a vivere una giornata di ribassi dato che le stime infatti si sono rivelate peggiori delle attese e confermano un trend in atto da alcuni mesi per cui la stessa produzione fa segnare un -3,3% in un anno, tanto che molti esperti già parlano del rischio concreto di una recessione tecnica. Tra i fattori che hanno portato a questo calo c’è sicuramente la crisi del comparto dell’export cinese, nonché la guerra commerciale dei dazi in atto tra Washington e Pechino. E sulla scia delle principali Borse del continente, anche Piazza Affari a Milano fa registrare il settore delle banche in difficoltà con un incremento dello spread tra Btp e Bund tedeschi.



I RISCHI DI UNA RECESSIONE TECNICA

I dati di novembre relativi alla produzione industriale sono arrivati inaspettati anche se qualche sentore già c’era: tuttavia, il dato congiunturale è molto peggiore dell’1% preventivato e coinvolge tutti i Paesi europei, a partire dall’Italia fino a quella Francia in cui pesa la situazione politica relativa alle proteste dei gilet gialli e perfino la Germania il cui “output” è diminuito dell’1,9%. E la contrazione generalizzata del settore manifatturiero, come detto, sembra essere oramai l’anticamera di una vera e propria recessione tecnica in Europa che, a catena, sta trascinando giù soprattutto la Borsa di Milano (-1,29%) e a ruota Parigi e Francoforte. A conferma delle preoccupazioni, anche se in maniera meno pessimista, nelle ultime ore erano arrivate anche le parole del Ministro dell’Economia, Giovanni Tria, che pur non parlando apertamente di recessione aveva fotografato la situazione del nostro Paese come quella di una stagnazione.

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