Come in ogni inizio anno, nei vari Comuni ci si appresta a designare le date e le scadenze per il pagamento della ormai famosa tassa sui rifiuti, la cosiddetta Tari introdotta dal 2014 quale tributo facente parte – assieme a Imu e Tasi – della IUC. Nei fatti, la Tari ha sostituto la Tares che già in precedenza aveva preso il posto di tutti i prelievi sulla gestione dei rifiuti urbani. È una tassa comunale e come tale offre problematiche e vantaggi legate alle differente gestione di ogni singola amministrazione locale: dopo il “timore” da parte dei cittadini dell’immissione della Tari in bolletta della luce, restano comunque alcuni problemi legati alla differenziazione tra comune e comune per il pagamento e le eventuali esenzioni. Prendiamo il caso di Genova, l’ultimo a “segnalare” problematiche in seno alla scadenza della Tari: secondo quanto riporta il Secolo XIX sale il conto della tassa sui rifiuti per le case con metrature piccole e un numero di occupanti da due in su. «Con variazioni al rialzo anche di 15-20 euro, controbilanciate da diminuzioni della tariffa ancor più significative in caso di abitazioni ampie e un singolo occupante: fino ad anche 40 euro in meno, per questa tipologia peraltro abbastanza frequente nella città di Genova», spiegano i colleghi del Secolo XIX oggi in edicola.



TARI NON SARÀ IN BOLLETTA DELLA LUCE

Per quanto riguarda invece le attività produttive nel Comune di Genova, la Tari 2019 resta sostanzialmente identica a quella dell’anno scorso: ortofrutta, i ristoranti, i bar o le pescherie, dopo i forti aumenti degli scorsi anni, vedono stanziarsi la cifra del pagamento con variazioni molto lievi. Ricordiamo infatti alla TARI «non si applica il divieto di aumento dei tributi comunali stabilito, per gli anni 2016 e 2017, dall’art. 1, comma 26, della legge n. 208 del 2015», ricorda il Mef. Sconti per i single, scadenze anticipate ad aprile e nuovi “conti” da fare sulle case con metrature più grandi: queste le novità solo nel Comune di Genova, con gli esempi che si moltiplicano per la maggioranza di comuni sparsi in tutta Italia. Ricordiamo infine come un emendamento della Lega proposto nella Manovra di Bilancio intendeva compiere il medesimo “salto” in bolletta della luce della tassa sui rifiuti, come già avvenuto con il canone Rai. È stato bocciato e dunque per ora la Tari rimane ancorata alla gestione dei singoli comuni: il nodo resta sempre l’evasione, pari – secondo le stime – al 30% dell’intero numero di chi è obbligato per legge a dover versare la tassa.

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