A piccoli passi, sia Leonardo Del Vecchio che Francesco Gaetano Caltagirone avanzano nel capitale di Generali. Il 15 gennaio Caltagirone ha acquistato 750 mila azioni a un prezzo medio di 15 euro tramite VM2006 salendo al 4,83% del capitale sociale del Leone di Trieste. Tra il 22 e il 23 gennaio ha poi comprato 1,1 milioni di azioni attraverso Finanziaria Italia, 100.000 attraverso VM 2006 e 50.000 titoli sono stati acquistati da Fincal. Caltagirone è così salito al 4,93% del capitale. Tra il 15 e il 16 gennaio Del Vecchio, attraverso Delfin, ha acquistato 1,04 milioni di azioni di cui 490 mila a un prezzo unitario medio di 14,98 euro e 550 mila a 15, salendo così al 4,34% del capitale del gruppo assicurativo. Tra il 23 e il 24 Delfin ha acquistato altre 1,09 milioni di azioni, 470.000 azioni a un prezzo medio unitario di 15,39 euro e 620.000 a 15,41 euro. È notizia ben nota a tutti che entrambi i gruppi puntano al 5% del capitale di Generali.
È interessante segnalare come la famiglia Del Vecchio sia al secondo posto, dopo la famiglia Garavoglia, nella Hit Parade dei più ricchi d’Italia, con una capitalizzazione di borsa al 31/12/2018 di 17.418 milioni di euro + 368 milioni di euro di dividendi, il tutto portante a un guadagno netto per il 2018 di 551 milioni di euro, importo che rappresenta un saldo positivo tra capital gain (guadagni/perdite dovuti alle variazioni di prezzo) e cedole. Se consideriamo la partecipazione del 3% in mano a Edizione, il fronte dei soci privati va ad eguagliare Mediobanca, che resta però, di fatto, il singolo azionista più forte della compagnia assicurativa con un 13% che le permetterà, come da tradizione, di essere chiamata a comporre l’elenco dei candidati al Cda di Generali.
Dopo l’approvazione del bilancio 2018, scadrà il mandato dell’attuale board, compresi anche il Presidente e l’Amministratore delegato. Sarà nel mese di maggio p.v. che il consiglio dovrà essere rinnovato dall’assemblea: ciò significa che la lista dei possibili candidati dovrà essere definita entro aprile. Gli azionisti chiave di Generali quali Nagel, Caltagirone e Del Vecchio, inizieranno fin da subito ad interfacciarsi per definire il prossimo assetto del colosso assicurativo. Questa volta però, visti anche i mutati equilibri che si sono venuti a formare nella compagine azionaria, sicuramente la trattativa sui candidati sarà più laboriosa, ciò perché bisogna tener conto dell’ormai affermato ruolo che vanta Generali sul panorama assicurativo mondiale, e proprio per questo motivo il board, che si andrà a definire, non potrà non avere un alto profilo di carattere internazionale.
Proprio sulla base di ciò, si dovranno ipotizzare figure di caratura elevata soprattutto presenti anche nei paesi chiave in cui opera Generali. Il Cda sarà formato da 13 membri e fra essi sicuramente ci sarà l’Ad Philippe Donnet, che grazie anche al successo raccolto sul mercato dal suo nuovo quanto attento piano industriale, resterà in carica. Si andrà così a definire l’assetto di 12 poltrone. Di queste due sono destinate agli indipendenti, dieci saranno suddivise, in misura ancora da definire, tra i grandi azionisti.