L’azionista di riferimento di Banca Carige pare aver cambiato idea (e strategia) dopo il mare magnum successo nelle ultime 48 ore in seno all’istituto di credito commissariato dalla Bce: «la famiglia ha espressamente manifestato anche successivamente all’assemblea, nell’ambito di interlocuzioni con i Vertici della Banca e in sedi istituzionali, la propria posizione favorevole alla approvazione della ricapitalizzazione». La nota di Malacalza arriva nel giorno in cui sono stati fatti passai avanti tra i commissari di Carige, il Governo e la Governance europea della Bce: «la nostra posizione è legata ad una naturale disponibilità del cda a fornire a tutti gli azionisti i necessari elementi conoscitivi e valutativi utili per potersi consapevolmente esprimere, e potere assumere decisioni anche in ordine alla sottoscrizione». In sostanza, l’azionista fa sapere di non avere alcuna pregiudiziale nella ricapitalizzazione a patto che il Cda chiarisca appieno il piano industriale per la Banca: «questi sforzi e i sacrifici di Malacalza Investimenti e quelli di una moltitudine di piccoli azionisti cui deve attribuirsi altissimo merito, richiedono a maggior ragione nel contesto adesso intervenuto, un massimo e definitivo grado di chiarimento, e rappresentano le coordinate dalle quali non è dato prescindere nella prospettiva del definitivo consolidamento patrimoniale e del pieno rilancio industriale della banca».
LENER PUNTA A SOLUZIONE VELOCE
Dopo le promesse fatte dal Commissario Innocenzi, a parlare è il terzo uomo nominato dalla Bce per salvaguardare Banca Carige – Raffaele Lener – che in un video messaggio a tutti i dipendenti dell’istituto ligure promette una soluzione veloce, con inoltre l’intervento della Banca Centrale Europea che «dimostra fiducia nell’azienda e nell’attività di risanamento iniziata nell’ultimo periodo». Lener ha poi sottolineato come la posizione della Vigilanza sia «una sorta di endorsement verso la banca» e inoltre si dice contento di poter aiutare per la «risoluzione veloce dei problemi che si sono manifestati nell’ultimo periodo». Per il viceministro dei Trasporti e l’assessore regionale allo Sviluppo Economico – rispettivamente Edoardo Rixi e Andrea Benveduti – «Il ruolo di Carige è centrale non solo per l’economia ligure ma per l’intero sistema Paese». Secondo i due politici liguri, gli istituti di credito nel territorio «costituiscono un supporto irrinunciabile per le imprese locali, per il commercio e l’artigianato, quel tessuto economico che rappresenta la spina dorsale della nostra economia. Come Lega al governo e nelle istituzioni locali siamo compatti nella difesa di Carige e stiamo lavorando perché si arrivi a una soluzione che dia futuro a uno dei principali istituti di credito del Paese, salvaguardando i posti di lavoro, i piccoli risparmiatori e un polmone irrinunciabile per il credito delle imprese” concludono».
DI MAIO: “NON SIAMO PREOCCUPATI”
Il vicepremier Luigi Di Maio ha spiegato questa mattina di seguire da vicino – come il resto del Governo – i fatti in rapida successione che hanno portato al commissariamento di Banca Carige, «non siamo preoccupati di quanto sta avvenendo ma stiamo seguendo con molta attenzione la vicenda». I sindacati della banca genovese hanno confermato l’incontro il prossimo 8 gennaio con i commissari scelti dalla Bce ma richiedono che vi sia anche una convocazione al Mise dello stesso Di Maio. «La situazione della banca molto delicata dopo il commissariamento da parte della Bce a causa dei colpi di scena del socio di riferimento, Malacalza, ai quali purtroppo ci ha abituato. La Uil auspica che il commissariamento possa essere la base del rilancio e il risanamento di Carige proprio attraverso la linea che verrà espressa, che spezzi il cortocircuito di impasse», ha fatto sapere in una nota il segretario generale della Uil Liguria Marco Pessina. Nel frattempo, in una intervista a Class Cnbc, il commissario della Banca, Innocenzi ha allontanato ogni rischio di «bail-in o default di Carige».
CASO BANCA CARIGE: LE ULTIME NOTIZIE
Non si placa la polemica su Banca Carige dopo la decisione della Bce di commissariare la Cassa Risparmio di Genova in seguito alle dimissioni del Presidente Pietro Modiano, dell’Amministratore delegato Fabio Innocenzi e degli amministratori Salvatore Bragantini, Bruno Pavesi e Lucia Calvos. Il Cda stesso è poi decaduto ufficialmente e le motivazioni – come spiegavamo qui ieri – vanno motivate con l’esito dell’assemblea dello scorso 22 dicembre dove è stato bloccato l’aumento di capitale da 400 milioni di euro per l’astensione di Malacalza Investimenti. La Bce è intervenuta e ha nominato una terza di commissari straordinari già ieri pomeriggio: l’ex presidente Modiano, l’ex Ad Innocenzi e Raffaele Lener. Il trio gestirà la Banca Carige in stretto contatto con la Vigilanza per assicurare continuità al credito e ai conti correnti: inutile dire però come il timore, specie nei correntisti, è elevato. Chi ha in deposito fino a 100mila euro è tutelati dalle regole dell’ormai famoso “bail-in” , che garantiscono attraverso il Fondo di garanzia tutti i depositi fino a quella cifra: «I problemi riguardano magari chi ha obbligazioni o azioni, io sono tranquillo, sono cliente da quando avevo 18 anni, è la banca dei genovesi. Certo che adesso iniziamo a guardarci un po’ intorno….», racconta Paolo Maggi, 33 anni, ai colleghi del Secolo XIX.
LE PROSSIME MOSSE DOPO COMMISSARIAMENTO
Il premier Conte e il Ministro dell’Economia Giovanni Tria stanno seguendo personalmente il caso Carige: «Questa vigile attenzione del governo è il segno tangibile e la migliore garanzia per proseguire e completare il consolidamento patrimoniale e il rafforzamento imprenditoriale di un’azienda bancaria valutata quale essenziale strumento per realizzare il rilancio dell’intero sistema economico-sociale ligure», fanno sapere con una nota da Palazzo Chigi. Dalla Bce invece arriva l’appello a tutti, «I commissari straordinari hanno il compito di salvaguardare la stabilità di una banca monitorandone attentamente la situazione, tenendo costantemente informata la BCE e, se necessario, adottando misure tese ad assicurare che la banca ripristini il rispetto dei requisiti patrimoniali in modo sostenibile». Secondo gli esperti citati dal Messaggero, la strada più percorribile dopo la sospensione del titolo in Borsa e il blocco dell’aumento di capitale è che i tre commissari chiedano al Fondo interbancario di Garanzia «di trasformare il bond da 320 milioni in Common equity, rafforzando i coefficienti patrimoniali senza dover passare dall’assemblea dei soci». Il secondo step successivo sarà poi la ricerca di un partner per poter ricapitalizzare, magari aggregando la Banca Carige con un’altra banca più solida. Secondo l’ex Ministro Padoan, «La soluzione ottimale sarebbe una ricapitalizzazione attraverso il mercato. D’altronde Malacalza fino a qualche tempo fa aveva continuato ad immettere capitale, poi il processo si è arrestato per motivi che personalmente non conosco».