Forza Italia si scaglia contro il Governo, la recessione tecnica dovrebbe spingere l’esecutivo alle dimissioni: questo il parere di Renato Brunetta. Ecco le parole del deputato azzurro: «Ora è ufficiale: l’Italia è di nuovo in recessione. La sua terza in soli 10 anni. L’unica economia europea ad esservi entrata. Un risultato umiliante per il nostro Paese, che si allontana ancora di più dagli altri paesi europei». L’ex ministro aggiunge: «Non ci sono scusanti. La responsabilità di questo disastro è da attribuire esclusivamente al Governo Lega-Cinque Stelle, che con la sua politica economica fallimentare e i suoi continui scontri con Unione Europea e mercati finanziari ha portato l’Italia a questo risultato indegno di un Paese sviluppato. In politica chi prende scelte sbagliate deve lasciare. Per questo chiediamo, ovviamente, all’Esecutivo Conte di dimettersi immediatamente». Queste, invece, le parole di Mara Carfagna: «Con la sinistra l’Italia cresceva molto poco. Con il governo giallo-verde va in recessione, altro che boom economico. Serve una svolta concreta: subito un tavolo del centrodestra per proporre e far votare da tutti un piano di rilancio di lavoro, investimenti e crescita». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)



BERLUSCONI: “GOVERNO DI INCAPACI”

Recessione tecnica per l’Italia, è scontro politico totale. Il premier Giuseppe Conte ha affermato di non temere particolarmente l’Ue e si è detto fiducioso sul futuro del Paese, come riportano i colleghi di Quotidiano.net: «Non sono preoccupato, a noi interessa concentrarci sul rilancio della nostra economia che avverrà sicuramente nel 2019, perché inizieranno a svilupparsi tutte le nostre misure. Non abbiamo ragione di perdere la fiducia, anzi abbiamo tanto entusiasmo». Di tutt’altro avviso il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi che, dopo aver sottolineato che il Paese è guidato da un «governo di incapaci», ha commentato dall’Abruzzo: «Il rischio rappresentato dai Cinque Stelle si è concretizzato: siamo in recessione tecnica. Non ci sono dubbi, dalla recessione tecnica passeremo alla recessione economica. Bisogna sostituire questo governo con un governo di centrodestra. La situazione del nostro Paese è grave, il governo ha reso più difficile il rapporto delle imprese con i giovani e ha bloccato le grandi opere, che sono invece necessarie». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)



TRIA: “ORA PIU’ INVESTIMENTI PUBBLICI”

Il Ministro dell’Economia Giovanni Tria parla per la prima volta dopo l’ufficialità dei dati Istat sulla recessione alle 17 di questo pomeriggio: per alcuni un po’ tardi vista la notizia clamorosa, anche se attesa, del Pil negativo per due trimestri consecutivi. L’esperto di economia e giornalista Oscar Giannino aveva tuonato nel primo pomeriggio sui social scrivendo «In un Paese minimamente normale, quando si rientra in recessione governo annuncia messa allo studio misure per rialzare PIL potenziale. Da noi, parte solo la gara a dire “è colpa di altri” e “non cambieremo nulla”. Continuiamo così. A tutta forza dritti verso l’iceberg». Sembra averlo “ascoltato” il Ministro Tria visto che pochi minuti dopo arriva la dichiarazione ufficiale del Mef in una breve ma molto significativa nota: predica tranquillità, e questo è normale, ma dà subito due ricette immediate da mettere in programma, ovvero più investimenti pubblici e la richiesta all’Europa di permettere maggiore crescita. «il -0,2% è un dato che era atteso ed è determinato dal ciclo economico europeo. La fase di recessione tecnica che stiamo attraversando riflette l’impatto sul manifatturiero italiano del forte rallentamento del commercio internazionale e della produzione industriale tedesca. La risposta non può che essere quella di accelerare il programma di investimenti pubblici previsti dal Governo e le altre misure contenute nella legge di bilancio». Da ultimo, per Tria e l’intero Governo «considerata la grande interdipendenza tra le economie europee, mi auguro che l’obiettivo di spingere sulla crescita venga perseguito anche dagli altri paesi Ue colpiti dal raffreddamento economico. Sottolineo infine che questi dati, ampiamente attesi, non stanno intaccando il recupero di fiducia dei mercati finanziari nel debito italiano».



LO SCONTRO POLITICO E LE CONSEGUENZE

L’Italia entra in recessione, con il Prodotto interno lordo che diminuisce per il quarto trimestre consecutivo. Cala la produttività del Belpaese e secondo gli esponenti massimi del governo italiano, a cominciare dal premier Conte e dal ministro del lavoro, Di Maio, la colpa sarebbe del precedente esecutivo, e delle scelte effettuate durante il governo Gentiloni e ancor prima, Renzi. Ovviamente non ci sta il Partito Democratico, a cominciare proprio dall’ex presidente del consiglio, che attraverso Twitter scrive: «Di Maio dà la colpa ai governi Pd, ai governi di prima, a me – scrive Renzi sui suoi social – è la tragedia disperata di un uomo ridicolo. Con noi ci sono stati 14 mesi di crescita, con loro immediatamente tutto si è bloccato. Per forza! Hanno cambiato le regole del mercato del lavoro, hanno creato sfiducia, hanno bloccato gli investimenti. Noi non facciamo polemiche: l’Italia sta andando a sbattere, fermiamoci». Secondo Renzi sono tre le strade da percorrere per riportare l’Italia a crescere, cominciando con la riapertura dei cantieri delle grandi opere, come quello della Tav. Secondariamente, evitare di sprecare i soldi con il reddito di cittadinanza, e infine, abbassare le tasse: senza dubbio più facile a dirsi che a farsi. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)

DATI ISTAT CONFERMANO LA RECESSIONE

Le reazioni dopo la comunicazione dell’Istat sono prevedibili e “scontate”: le opposizioni attaccano il Governo, l’esecutivo attacca i Governi precedenti e l’economia italiana, intanto, langue. Il senatore Matteo Renzi scrive su Twitter questa mattina «Col nuovo Governo l’Italia ha perso 76mila posti di lavoro (ISTAT) e PIL è per la seconda volta in negativo. Siamo in recessione. Chi vuol bene a Italia sa che le scelte di Salvini e Di Maio sono sbagliate. Ci stanno portando a sbattere: cambiamo strada prima che sia troppo tardi». La replica arriva dal vicepremier Luigi Di Maio che da Roma, dove ha presentato le novità di Quota 100 e sui giochi d’azzardo, avanza «Questi dati testimoniano una cosa fondamentale: chi stava al governo prima di noi ci ha mentito, non ci ha mai portato fuori dalla crisi». Per il Presidente di Confindustria Vincenzo Boccia, alla luce dei dati che mostrano un Pil ancora in calo e una recessione cominciata (qui il nostro focus, ndr) «Bisogna reagire quanto prima, in modo da compensare il rallentamento dell’economia globale e dell’Italia, cominciando ad aprire immediatamente i cantieri, su cui ci sono risorse già stanziate, compresa la Tav. Noi abbiamo adesso il problema del rallentamento – chiarisce il leader degli industriali – e a gennaio avremo un rallentamento ancora superiore rispetto al trimestre scorso».

DATI ISTAT CONFERMANO LA RECESSIONE

L’Italia entra ufficialmente in recessione dopo 14 trimestri consecutivi di crescita: i dati Istat ora confermano quanto anticipato ieri da Conte e lasciano diverse preoccupazioni per la situazione dell’economia e dei conti italiani dei prossimi mesi. Nel quarto trimestre 2018 l’Italia ha infatti registrato una contrazione dello 0,2%, ovvero il secondo consecutivo con dato negativo dopo il -0,1% tra luglio e settembre. In tutto il 2018 la nostra economia, sempre secondo i dati Istat, ha registrato un aumento dell’1% in base ai dati trimestrali grezzi ma è in netta frenata rispetto all’1,6% dell’anno precedente: «Tale stima ha natura provvisoria, riflette dal lato dell’offerta un netto peggioramento della congiuntura del settore industriale a cui si aggiunge un contributo negativo del settore agricolo, a fronte di un andamento stagnante delle attività terziarie». Si tratta però del peggior dato sul Pil degli ultimi cinque anni e non è certo un ottimo biglietto da visita per il Governo Conte e per la Manovra di Bilancio approvata da poco.

L’ATTACCO DEL PD

Il Pd è scatenato contro il Governo Conte dopo le anticipazioni sui dati Istat compiuti ieri dal Premier e dal Ministro dell’Economia: dopo il caso migranti, è ora il rischio recessione del Pil negativo a far scatenare le opposizioni per provare a recuperare quel consenso perduto in questi mesi. L’ex titolare del Mef, Piercarlo Padoan, attacca duro questa mattina «I problemi per il paese sono cominciati quando questa maggioranza si è formata come dimostra l’andamento dello spread e le conseguenze recessive che ne sono seguite. […] Chi accusa i precedenti governi dell’attuale recessione economica fa un’affermazione o ignorante o in malafede, basta guardare i dati per rendersi conto», spiega l’ex Ministro al Giornale Radio Rai1 stamane. A fargli seguito, l’ex segretario Maurizio Martina su Facebook contesta la medesima colpa del Governo Conte, «L’Italia entra in recessione dopo 14 trimestri consecutivi di crescita. Dati alla mano, la contrazione inizia con le prime scelte di questo governo e con gli effetti determinati sullo spread. Anziché riparare l’Italia dal difficile ciclo economico che si è aperto, questo governo senza strategia ha deciso di campare alla giornata scaricando gli effetti negativi sulle persone».

TRIA, “NON DRAMMATIZZIAMO I DATI ISTAT”

Il Pil italiano decresce nuovamente nel quarto trimestre del 2018. Lo ha anticipato il presidente del consiglio Giuseppe Conte, in attesa dei dati ufficiali dell’Istat in merito appunto all’incremento del prodotto interno lordo per il periodo che va da ottobre 2018 a dicembre dello stesso anno. Non sembra preoccupato più di tanto il ministro dell’economia e delle Finanze, Giovanni Tria, che parlando da Washington ha ammesso: «La stima riguarda il trimestre e non una proiezione del tasso medio annuo di crescita – le parole riportate dall’edizione online di RaiNewscredo che anche se si arriverà alla famosa contrazione di 0,1% e quindi a una recessione tecnica, il problema è come rilanciare l’economia. Questo va fatto nell’ambito dell’evoluzione della congiuntura del ciclo europeo. Penso che anche gli altri Paesi, come la Germania, dovranno cercare di adottare politiche espansive». Tria ha parlato anche delle tensioni commerciali, fiducioso che non si aggravino nel futuro prossimo ma “al contrario si riducano, perché questo sta agendo sulle aspettative”, con un impatto negativo sull’andamento dell’economia. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)

PIL, ITALIA IN RECESSIONE TECNICA

Di fatto l’ha anticipata anche se domani i dati dell’Istat sul Pil per il quarto trimestre del 2018 potrebbero confermarla in pieno: se infatti avvenisse quella contrazione del Prodotto Interno Lordo anche nel Q4, dopo lo 0,1% registrato nel terzo trimestre dello scorso anno, allora l’Italia entrerebbe ufficialmente in recessione tecnica economica. Il Premier si dice positivo e fiducioso (anche perché il ruolo lo impone) anche se nuovi dubbi arrivano anche dai conti dell’Ufficio Parlamentare di Bilancio: «sono stati segnalati i rilevanti rischi al ribasso, soprattutto per il prossimo biennio. I dati congiunturali rilasciati successivamente hanno accresciuto i fattori di rischio, anche nel breve termine», si legge nel rapporto sulla politica di bilancio elaborata dall’Ufficio che ricordiamo è fatto di organi tecnici e non parlamentari. In particolare, l’Upb rileva come «il Conseguimento degli obiettivi programmatici di finanza pubblica sia esposto a una serie di elementi di criticità e soggetto a rischi e incertezze che riguardano il quadro macroeconomico».

ALLARME CONTE SUL PIL

Il Premier Giuseppe Conte intervenendo al convegno di Assolombarda a Milano lancia l’allarme sul Pil, nonostante i “toni soft” che lo contraddistinguono e di cui ormai il popolo e la politica italiana hanno imparato a conoscere: «Dai dati del quarto trimestre del 2018 mi aspetto un’ulteriore contrazione del Pil. Anche se i dati congiunturali sono sfavorevoli, non dobbiamo girare la testa dall’altra parte. Il fatto positivo è che non dipende da noi, ma da fattori esterni», spiega il Presidente del Consiglio davanti ad una platea “allarmata” dal rischio recessione che Conte stava in sostanza svelando. «Nel 2019, soprattutto nel secondo semestre ci sono tutti gli elementi per sperare in un riscatto e ripartire con entusiasmo, lo dice anche l’Fmi», sottolinea subito dopo il Premier impegnato al Consiglio Generale di Assolombarda. Per Conte l’economia del nostro Paese è comunque destinata a crescere, anche grazie agli stimoli lanciati dalla Manovra di Bilancio: «Abbiamo una economia che crescerà. Dobbiamo lavorare insieme, progettare gli strumenti per far crescere l’economia in modo robusto e duraturo».

ITALIA A RISCHIO RECESSIONE?

La colpa della cattiva congiuntura economica che il nostro Pil probabilmente avrà nei prossimi mesi – Conte ha di fatto anticipato i prossimi dati dell’Istat, come in maniera sibillina sottolinea il dem Davide Marattin – è della Cina, degli Usa e della Germania, «che è il nostro primo Paese per l’export». «Abbiamo elaborato una manovra economica che ci ha spinto in una zona molto rischiosa, siamo andati vicino a un procedimento di infrazione, siamo riusciti a scongiurarlo ed è stato importante per il sistema Paese», ha ricordato ancora il Presidente del Consiglio da Milano, sostenendo che «la procedura d’infrazione della Commissione Ue «ci avrebbe creato dei seri problemi, per fortuna è alle spalle». Un appello con decisa captatio benevolentiae per la platea di Assolombarda, «Dire che consideriamo le imprese come un nemico o un ingombro è quanto di più sbagliato possibile» e poi ancora un commento sull’importanza della Finanziaria gialloverde approvata a fine dicembre «Abbiamo elaborato una Manovra economica che ci ha spinto in una zona molto rischiosa siamo andati vicino a un procedimento di infrazione, siamo riusciti a scongiurarlo ed è stato importante per il sistema Paese. La procedura ci avrebbe creato dei seri problemi, per fortuna è alle spalle».