“Ho già escluso la patrimoniale ed è prematuro opinare su eventuali interventi o formulare valutazioni negative già nel mese di febbraio”. Così Giuseppe Conte, intervistato dal Sole 24 Ore, torna a smentire un intervento che dovrebbe fare parte di una manovra correttiva atta a correggere in corsa la situazione dei conti pubblici che, complice la frenata dell’economia, potrebbe aggravarsi non poco nel corso dell’anno. Per Francesco Forte, economista ed ex ministro delle Finanze e per il Coordinamento delle politiche comunitarie, «l’idea di un’imposta patrimoniale è suicida per chiunque e credo che la Commissione europea non la suggerirebbe. Perché il vero problema è che alla politica economica e fiscale del Paese mancano azioni strutturali per la crescita. Un qualcosa che si fa per dare il segnale che si sta ponendo rimedio alle proprie inadeguatezze».



Dunque il varo di una nuova imposta patrimoniale è da escludere.

Le inadeguatezze italiane non stanno nella tassazione progressiva, tantomeno in quella patrimoniale, che per quanto riguarda gli immobili è già a livelli altissimi. Senza dimenticare che gli enti locali hanno già la possibilità di varare altri aumenti e che la Lega non potrebbe chiedere di usare per lo Stato centrale risorse che arrivano da un tipico strumento di finanza locale che servono per servizi sul territorio. Una nuova imposta patrimoniale è da escludere anche perché farla vuol dire perdere voti.



Ma una manovra correttiva andrebbe varata o no?

L’Italia ha problemi di infrastrutture, sono stati ridotti gli investimenti, l’unico modo di ridurre il debito è aumentare gli investimenti utili, produttivi, così da rafforzare la nostra possibilità di crescita. La manovra correttiva, che dovrebbe essere dello 0,3% del Pil, dovrebbe tagliare le spese assistenziali e gli sprechi e concentrarsi su misure strutturali, usando anche al massimo i fondi europei e nazionali per la crescita. Rinunciando a nuove spese correnti si possono anche attenuare o devitalizzare le clausole di salvaguardia. Si potrebbe fare marcia indietro sul reddito di cittadinanza, senza per questo rinunciare ad aiutare i bisognosi.

Farebbe anche marcia indietro sulla riforma delle pensioni con Quota 100?

Quota 100 potrebbe essere modificata in modo intelligente, cioè facendo in modo che la futura pensione sia attenuata, ma consentendo il cumulo con altri redditi. In questo modo si avrebbe il vantaggio di favorire il turnover nel mercato del lavoro e aumentare la produttività della Pubblica amministrazione e delle imprese. Se fatta bene, questa misura non rappresenta un onere finanziario per il futuro perché alleggerisce le future pensioni.

Lei sta descrivendo una manovra correttiva che questo Governo non potrebbe però mai fare…

È chiaro che non potrebbe farla, ma questa manovra non si può evitare se si vuole fare in modo che il debito pubblico resti sostenibile. Occorre tagliare le spese correnti, aumentare quelle per investimenti e rivedere il sistema delle tax expenditures. Questa manovra correttiva un Governo con dentro i 5 Stelle non la può fare. Il problema è che bisogna agire, perché rinviare è la cosa peggiore che si può fare. Una manovra di questo tipo la può fare solo un Governo di centrodestra oppure di sinistra coraggioso, come all’epoca di Schroeder.

Ha dunque ragione Fitch: si tornerà al voto nel 2019?

Secondo me solo il Presidente della Repubblica o Salvini potrebbero aver bisogno di un voto anticipato, ma non il Paese. Le elezioni in un periodo in cui occorre una manovra correttiva rappresentano qualcosa di molto rischioso. Solo adesso sarebbe possibile andare a votare. Anche a settembre/ottobre, quando c’è da varare la nuova Legge di bilancio, non non lo sarebbe. Io credo che possa nascere un Governo di centrodestra, magari con qualcuno dei 5 Stelle, visto che il Movimento sembra destinato a sfaldarsi, e grazie all’astensione del Pd, che non avrebbe interesse ad andare a elezioni anticipate.

Non potrebbe essere invece un Governo tecnico o di unità nazionale a varare la manovra correttiva?

Quello che intendo io non è un Governo di centrodestra nel senso di etichetta politica. Può essere benissimo un esecutivo di centrodestra tecnico, balneare o di emergenza, che non è troppo targato politicamente. Quindi vi farebbero parte vari partiti e figure di traghettatori imparziali, esperti in determinati settori per sostituire i ministri M5s. Potrebbe anche essere lo stesso Conte a mantenere il ruolo di Premier.

(Lorenzo Torrisi)