Si ricomincia da zero. È da rifare il processo Unipol-Fonsai relativo ai bilanci del 2010 della compagnia assicurativa Fondiaria-Sai, all’epoca controllata dalla famiglia Ligresti attraverso la holding Premafin. Questa mattina la Corte di Appello di Torino ha dichiarato la incompetenza territoriale e annullato le condanne in primo grado per falso in bilancio e aggiotaggio nei confronti di Salvatore Ligresti, morto nel frattempo, e Jonella Ligresti. Lo stesso vale per l’ex amministratore delegato Fausto Marchionni e per il revisore Riccardo Ottaviano, nonché per i responsabili civili Unipol-Sai e Reconta Ernst&Young. Inoltre, come riportato dal Corriere della Sera, gli atti sono stati trasferiti alla Procura di Milano. I giudici hanno quindi accolto la richiesta dell’avvocato Ermenegildo Costabile, legale di Unipol-Sai. I giudici in primo grado avevano condannato a 5 anni e 8 mesi Jonella Ligresti, 5 anni e 3 mesi all’ex ad Marchionni e 2 anni e 6 mesi a Ottaviani.



FONSAI, ANNULLATA CONDANNA A JONELLA LIGRESTI

Il processo deve dunque ripartire da zero sei anni dopo l’inizio dell’inchiesta con l’arresto di Salvatore Ligresti, morto il 15 maggio 2018. Tutto da rifare, inoltre, due anni e mezzo dopo la sentenza di primo grado, emessa l’11 ottobre 2016. I giudici hanno riconosciuto la competenza del tribunale di Milano: da lì sarebbero state diffuse le presunte false informazioni al mercato, quindi da lì è stato perfezionato il reato di aggiotaggio con la pubblicazione sul sistema della Borsa Italiana, il Nis, del progetto di bilancio 2010. La notizia, come riportato dal Corriere della Sera, ha conseguenze importanti per Unipol-Sai dal punto di vista finanziaria. La compagnia guidata da Carlo Cimbri era stata condannata al risarcimento del danno alle 2.343 parti civili, piccoli azionisti. Il danno doveva essere stabilito da un giudice civile, ma la stima dei consulenti era di 256 milioni di euro. Lo scorso ottobre comunque a Milano era stata già trasferita l’inchiesta sulla fusione tra Unipol e Sai.

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