Da un lato, la dipendenza dall’export obbliga l’Italia a praticare il mercantilismo, cioè una posizione di neutralità per evitare ostacoli (geo)politici al poter vendere di tutto a tutti nel mondo. Dall’altro, la necessità di moltiplicare la piccola forza nazionale per la tutela dei suoi interessi la porta a collocarsi in alleanze. Per decenni Roma ha trovato un buon equilibrio tra questi due requisiti opposti: si è collocata nell’alleanza tra democrazie a guida statunitense, però concordando con l’America il livello delle relazioni con nazioni avversarie, mai facendo superare a queste la “soglia geopolitica”. Ora per Roma e per l’Ue, guidata da una Germania con gli stessi interessi mercantilistici dell’Italia, sarà difficile riuscire a continuare tale equilibrismo.



La Cina sta perseguendo un’espansione globale per conquistare sia più export, sia per sostituire il potere statunitense nel lungo termine, concedendo investimenti e accessi al suo mercato in cambio di una convergenza politica antiamericana. L’America a conduzione Trump pretende lealtà, minacciando punizioni, ma senza offrire (al momento) compensazioni che bilancino le perdite di una posizione di contrasto alla penetrazione cinese, esponendo gli eurogoverni a tensioni con il proprio mondo delle imprese.



È un momento delicatissimo in cui l’unica cosa certa per gli europei è che devono restare compatti perché ogni singola nazione non avrebbe la forza di gestire tale situazione in cui bisogna definire una riconvergenza con l’America – che peraltro sta settorializzando la “guerra” con la Cina lasciando fuori i flussi commerciali – e in base a questa determinare il confine delle relazioni con Pechino. Questa, che deve arrendersi alla richiesta americana di importare più beni statunitensi per riequilibrare i flussi commerciali, sta intensificando la penetrazione nell’Europa non solo per aumentare le sue esportazioni, ma per condizionarla allo scopo di ridurre il potere americano e la sua pressione, completando il dominio dell’Eurasia, vero obiettivo della Via della Seta.



In una partita così delicata ha fatto scalpore la scelta del Governo italiano di portare unilateralmente la relazione con la Cina oltre la soglia geopolitica. Non è chiaro se sia inesperienza o cedimento per altri motivi. Ma è probabile che America e Ue riporteranno l’Italia entro i confini dell’alleanza e ciò deve rendere prudente la valutazione delle reali conseguenze dell’accordo sino-italiano.

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