L’indisponibilità della “vecchia guardia” a proseguire in compiti di responsabilità nelle istituzioni, vedi da ultimo la rinuncia dell’attuale direttore generale della Banca d’Italia; l’intervento anomalo di una Ong italiana, che si presenta come atto di insubordinazione all’azione del Governo in carica al fine di impedire ulteriori sbarchi indisciplinati di stranieri; la protesta di una studentessa davanti al Parlamento svedese per richiamare l’attenzione sulle mutazioni climatiche a cui viene dato un ampio risalto, tanto da provocare uno sciopero studentesco internazionale e da proporla come candidata al premio Nobel per la pace; la decisione della Commissione europea nell’impedire il salvataggio della Tercas nel 2015, solo ora dichiarata illegittima dalla Corte di giustizia europea, rappresentano episodi sintomatici da leggere alla luce del malessere generale conseguente alla conquista dei “centri di comando” da parte dei sostenitori del cosiddetto “liberismo economico”. Esso pretende il primato dell’economia sulla politica, della pseudo-analisi tecnica sulle necessità e sui bisogni dell’umanità.



Parlo di pseudo-analisi tecnica perché quella che viene proposta come soluzione non costituisce altro che un ulteriore consolidamento del potere di pochi nei confronti dei più. Pertanto prosegue il massacro economico caratterizzato da una continua mutazione camaleontica della pelle con la quale il liberismo economico si veste: i partiti politici che riescono ad avere membri nelle assemblee rappresentative si dichiarano esplicitamente favorevoli a organismi sovranazionali che impediscono l’esercizio della democrazia, quelli meno impudenti affermano di volerli cambiare dall’interno, circostanza che, in base ai trattati sottoscritti, non è prevista.



Viceversa, i trattati europei potrebbero essere “ripudiati” per palese incostituzionalità, dato che l’Italia, nel sottoscriverli, non si è riservata le condizioni favorevoli concesse ad altri contraenti.

E’ una lotta impari, perché vivere nelle stanze dei bottoni inebria i più e li convince al cambiamento interiore, sicché non abbiamo nessun rappresentante politico capace di sventolare la bandiera di libertà dall’euro e da questa Europa. Chi è dentro non trova sufficienti alleati, chi è fuori non trova adeguato spazio per diffondere il suo pensiero.

Perché sono contrario all’euro? Ho bisogno di spiegarlo? Purtroppo sì, ci sono troppe persone che non sanno che il Sistema europeo delle Banche centrali (Bce e banche centrali dei Paesi che adottano l’euro) mette a disposizione delle banche cosiddette universali (cioè commerciali e speculative) la moneta europea per farla prestare a tutti gli altri attori dell’economia reale, ma pretendono in cambio non solo la moneta prestata, ma anche gli interessi. Di conseguenza ogni Stato dovrebbe avere la capacità di emettere tutti gli interessi del proprio indebitamento e di quello dovuto dai propri cittadini indebitati.



Siccome questa elementare norma di carattere matematico viene disattesa, è assolutamente impossibile restituire i prestiti in essere! Questo fu evidenziato in un breve pezzo del film in lingua spagnola El concursante (Il concorrente), che ha avuto maggior fortuna nella divulgazione in rete piuttosto che in quella nelle sale cinematografiche. Ovviamente, nonostante questa palese verità, ci sarà sempre un folto numero di persone che si lascerà incantare dai suonatori di flauto.

I rappresentanti di questa Europa lo sanno e hanno perciò facile gioco a distruggere gradualmente la ricchezza dei Paesi oggetto di conquista: le poche società private di rating giudicano negativamente gli Stati da soggiogare, facendo innalzare lo spread e costringendoli a trasferire a basso costo all’estero la propria ricchezza, ma nello stesso tempo si troveranno con una posizione debitoria sempre più alta.

Vengo ora a spiegare come interpreto accadimenti simili a quelli citati all’inizio. Partecipare alla distruzione di massa richiede un grado di psicopatia non comune, soprattutto nel momento storico attuale caratterizzato da un elevato livello di suicidi per indigenza economica e da un aggravamento generale degli stati di bisogno. Chi ricopre ruoli di responsabilità viene neutralizzato nella propria azione correttiva ed è costretto ad abbandonare gli incarichi affidatigli; conseguentemente viene ad accelerarsi il processo di disgregazione sociale, ma questo è causa di un crescente malcontento che i fautori del liberismo economico non sono ancora in grado di governare. In attesa di riuscirci provvedono a distrarre le ignare vittime con accadimenti che nessuno si sarebbe mai sognato di porre in essere, come la nave della Ong che disattende gli ordini di uno Stato estero nelle cui acque si è preordinatamente diretta o la studentessa svedese sventolata come una bandiera. E qui la dissertazione potrebbe continuare all’infinito.

Ma permangono comportamenti volutamente coercitivi nei confronti di Stati oggetto di conquista come la Grecia e l’Italia. La decisione della Commissione europea richiamata sopra non aveva fatto i conti con la crisi delle due banche tedesche (Deutsche Bank e Commerzbank), quindi ora fa comodo che la Corte di giustizia europea ne censuri il comportamento. Di peggio c’è, però, il fatto che lo sforamento del bilancio italiano ad appena il 2,4% fosse ridotto al 2,04%, in modo da impedire che il debito pubblico potesse trovare giovamento da un abbassamento dei tassi, necessario per facilitare il salvataggio delle due banche sopra indicato.

Ci hanno detto che non ci sono altre soluzioni, ci hanno convinto e se qualcuno le propone viene ignorato. Il popolo non ha la capacità di coalizzarsi, ma soprattutto si fa convincere da una semplice ripulitura di facciata, da una semplice dichiarazione che bisogna fare certe cose. Il quadro giuridico è stato preordinato per tutelarsi da un sempre possibile risveglio dovuto all’incessante bisogno e al desiderio di rivalersi nei confronti degli ingannatori.

Una sola cosa è certa: bisogna quanto prima uscire dall’inganno di quest’euro e di questa Europa, rispettivamente sterco e nuova Babilonia.