Una mancia elettorale come titola il quotidiano la Repubblica, oppure un segnale positivo del perseguimento di una politica energetica benefica all’ambiente come proclama il Ministro Di Maio per intestarsi il merito del taglio sulla bolletta di luce e gas per famiglie e piccole imprese? Dopo i rincari del 2018, l’Arera, l’autorità per l’energia che per legge è responsabile della revisione trimestrale del costo dell’energia, ha reso noto, a partire dal 1 aprile, il calo di 8,5% sull’elettricità ovvero 19,89cent di euro per chilowattora e di 9,9% sul gas ossia 76,51 cent di euro per metro cubo di metano. Mediamente, secondo i dati ufficiali, l’impatto sul bilancio di un nucleo familiare corrisponde a un risparmio di 168 euro. Lettura leggermente meno trionfalistica secondo Nomisma Energia, centro studi indipendente sul settore dell’energia che indica 142euro.
Il ribasso stagionale è il risultato della combinazione di due fattori: il netto calo del prezzo del gas sui mercati internazionali e un inverno dalle temperature poco rigide. A contribuire a un contenimento delle quotazioni all’ingrosso della materia prima è intervenuto il rallentamento delle economie asiatiche, in testa la Cina, mentre dobbiamo “ringraziare” il cambiamento climatico per il settimo inverno più caldo registrato dal 1910. Siccome l’elettricità in Italia è generata per il 45% da centrali alimentate a gas, l’andamento delle quotazioni di gas, anch’esse legate a quelle del petrolio, si riflette sul prezzo della luce.
Era prevedibile che il Governo giallo-verde accogliesse con esultanza comunicativa i ribassi annunciati dall’organo di vigilanza, insediatosi lo scorso agosto su designazione dell’esecutivo dopo un complesso periodo di interregno. Al di là di una lettura politica sono doverose alcune precisazioni.
a) Il ribasso non si applica su tutto l’importo della bolletta, ma solo sulla voce che riguarda la materia prima, mentre gli oneri generali di sistema che incidono per il 44% della bolletta della luce e 36% di quella del gas seguono un andamento autonomo. Infatti, nel prossimo trimestre, parte della flessione per la spesa della materia prima (-12,22%) verrà assorbita dal contestuale aumento di alcune componenti degli oneri di sistema (spiegati qui) che a vario titolo incidono sul costo finale dei consumi di luce e gas. Un’impostazione poco chiara al largo pubblico e contestata dalle associazioni dei consumatori che da tempo chiedono di spostare gli oneri dalla bolletta alla fiscalità generale, fin al recente sfogo sui social di Rita Dalla Chiesa, che riproducendo la sua bolletta si lamentava degli elevati costi fissi per un basso consumo di luce.
b) A beneficiare del risparmio saranno quei 20 milioni di consumatori domestici che sono ancora nel mercato tutelato (spiegato qui) e pagano le tariffe fissate ogni tre mesi dall’autorità. Un regime che durerà fino al 1° luglio 2020 quand’è previsto che la riforma del libero mercato per tutti venga attuata. Che l’Autorità la quale, per statuto dovrebbe essere orientata a compensare gli squilibri del mercato, modulando i ribassi e rialzi eccessivi, tagli in modo deciso le bollette, lascia perplessi. Riflette Davide Tabarelli, presidente di Nomisma, considerando che sarebbe stato opportuno tenere parte dei cali che andranno in vigore dal 1° aprile per attenuare invece i possibili rincari dei trimestri futuri. Invece di agire come una camera di compensazione, con il nuovo corso, l’Autorità ha preferito forse cominciare ad “allenare” il consumatore domestico tutelato alla variabilità del mercato libero? Dubitarne è legittimo. Il tramonto del mercato tutelato è stato già rinviato tre volte, anche grazie alla forte opposizione dei pentastellati quand’erano ancora all’opposizione.
Infine, una considerazione. Stiamo andando verso una stagione in cui i costi di approvvigionamento avranno elevate possibilità di schizzare verso l’alto. Infatti, non è l’inverno la stagione in cui si concentra il picco dei consumi, anzi è nei mesi a venire che la domanda rischia di subire maggiore stress. Quando gli operatori faranno riserve di gas per lo stoccaggio, di solito in estate, e quando i climatizzatori funzioneranno a manetta assorbendo più chilowattora dei riscaldamenti invernale. Quindi la mossa dell’Autorità potrebbe essere anche letta come un assist pre-elettorale a un esecutivo un po’ in affanno.