Gli ammortizzatori sociali sono una tipologia di sussidio pubblico di sostegno al reddito erogati dallo Stato attraverso l’Istituto nazionale di previdenza sociale. Tali sussidi sono erogati sia a lavoratori dipendenti a tempo indeterminato che vengono a essere licenziati (attraverso la Naspi), sia a lavoratori dipendenti di imprese che dichiarano lo stato di crisi adducendo l’eccedenza di personale come una delle cause. In tal caso i sussidi vengono erogati sotto differenti forme di “solidarietà” o di “Cassa integrazione guadagni straordinaria” e sono interventi di sostentamento parziale e provvisorio al fine di evitare il decremento del livello occupazionale durante la fase di ristrutturazione e di risanamento della impresa in crisi.
Per il trasporto aereo, nell’ambito degli ammortizzatori sociali, venne costituito ad hoc un fondo speciale denominato Fondo speciale del trasporto aereo allo scopo di integrare i sussidi descritti in precedenza e garantire al lavoratore in stato di Cigs o in solidarietà sino all’80% del salario medio percepito nell’anno precedente all’intervento di sussidio da parte dello Stato. Tale Fondo, costituito dal governo Berlusconi durante la prima crisi Alitalia, è alimentato attraverso l’applicazione di una tassa extra di imbarco a carico di tutti passeggeri in partenza dagli scali italiani, nonché da un contributo, ben più limitato, da parte di aziende e lavoratori. Con la cosiddetta riforma Fornero, il Fondo ha cambiato nome ed è stato ridenominato come “Fondo di solidarietà del trasporto aereo”.
L’Alitalia sin dal 2008 ha usufruito degli ammortizzatori sociali costantemente, per cui lo Stato, senza soluzione di continuità, si è dovuto far carico di sussidiare dapprima l’Alitalia privatizzata dei famosi capitani coraggiosi e poi persino l’Alitalia dei ricchi petrolieri arabi con l’avvento di Etihad. In conclusione possiamo serenamente affermare che noi contribuenti italiani abbiamo sovvenzionato con le nostre tasse la più grande opera di macelleria sociale perpetrata a danno di lavoratori dipendenti nella storia di questo Paese. In pratica lo Stato ha sostenuto queste clamorose barzellette imprenditoriali con una somma complessiva pari a circa 3 miliardi di euro per ritrovarsi oggigiorno esattamente dove era nel 2008.
Chissà cosa sarebbe successo se i 3 miliardi lo Stato li avesse messi nel capitale di Alitalia invece di “regalare” la compagnia di bandiera ai capitani coraggiosi e magari si fosse anche premunito di farla gestire a gente competente invece che agli incompetenti manager e commissari che si sono succeduti in questi anni e che come unica competenza avevano quella di essere amici degli amici. Forse oggi si ritroverebbe una compagnia di bandiera che in un Paese dove il turismo dovrebbe essere un primo traino del Pil non sarebbe fattore banale e soprattutto le circa 10.000 persone che in questi anni ha sussidiato non si sarebbero ritrovate senza un lavoro e senza una dignità.
Ben conscio di quanto sin qui descritto, non ebbi esitazione nel dare il mio contributo tecnico quando circa un anno fa venni chiamato dagli Ispettori della Direzione territoriale del lavoro di Roma che su mandato della Procura della Repubblica di Civitavecchia stanno indagando su un presunto uso fraudolento della Cigs e della Solidarietà concessa dallo Stato ad Alitalia.
L’indagine è nata a seguito di due esposti: il primo presentato da Air Crew Committee sulla mancata fruizione dei riposi e sull’illegittimità dei riposi movibili per il personale navigante e il secondo presentato da Cub Trasporti sulla sospensione in Cigs di diversi lavoratori di terra mentre le attività da loro svolte venivano esternalizzate da Alitalia verso soggetti terzi. In altre parole la Cub aveva fondati sospetti che mentre venivano utilizzati gli ammortizzatori sociali per usufruire di indebite somme di denaro utilizzando e danneggiando i lavoratori, si favorivano a spese dello Stato imprese terze, magari i soliti amici degli amici.
A tal proposito vorrei qui citare un esempio emblematico. Mi accorsi infatti, analizzando i documenti economico finanziari di Alitalia per conto degli Ispettori, che mentre Alitalia teneva in cassa integrazioni a spese di noi contribuenti tanti piloti e assistenti di volo, in contemporanea aveva esternalizzato alcune rotte regional del proprio network alla piccola compagnia aerea svizzera Darwin Airlines attraverso un accordo che in aviazione si definisce di fornitura Acmi, che è l’acronimo di Aircraft Crew Maintenance and Insurance. Quindi mentre noi contribuenti pagavamo i sussidi ai dipendenti Alitalia, i manager di Alitalia contraevano con Darwin un accordo commerciale Acmi con un rateo per ora volo del 40% superiore al prezzo di mercato. E indovinate chi erano i comproprietari di Darwin? Voi non ci crederete, ma erano sempre loro, ovvero gli stessi proprietari del famoso Airbus A340 di Stato oggetto di un mio precedente articolo su queste pagine, ovvero i nostri meravigliosi amici di Etihad, sempre loro!
Ma non è finita qui! Infatti, incrociando i dati dei prospetti retributivi di Piloti e Assistenti di volo effettuata dai succitati rappresentanti dei lavoratori con il “rostering” degli equipaggi Alitalia, emerse con chiarezza che le giornate di Solidarietà e Cigs sostituivano de facto i giorni di riposo. Una pratica assolutamente illegale che potrebbe configurare il perpetrarsi di una vera e propria truffa ai danni dello Stato e dei lavoratori stessi.
Durante il mio breve periodo come consulente al ministero dei Trasporti, segnalai a chi di dovere tutte queste “anomalie” che devono essere considerate anche alla luce della bancarotta di Alitalia. Infatti, se da un lato è ormai usanza acclarata la richiesta di Cigs da parte di Alitalia, che come ho dimostrato in questo scritto è perpetrata ai danni dei lavoratori e dello Stato, dall’altro lato si inviavano fiumi di denaro verso il paradiso fiscale di Abu Dhabi a fronte di fatture capestro, si spendeva e si spende tutt’oggi il 40% in più per i leasing degli aeroplani, si fa manutenzione a prezzi proibitivi e si spendevano nel 2016 circa 650 milioni annui a fronte di fatture che nulla avevano a che vedere con la gestione caratteristica.
Infine, chi ha avuto la pazienza di leggere sino in fondo questo articolo credo meriti di sapere a quanto ammonta il danno per lo Stato di questa Solidarietà/Cigs Alitalia che in realtà ha coperto i riposi del personale navigante. Ebbene, cari amici e colleghi contribuenti vi informo che conti alla mano abbiamo speso circa 240 milioni di euro dal 2014 a oggi e sono convinto che li abbiamo dati a persone che del nostro sussidio ne farebbero volentieri a meno, perché la maggior parte di loro è gente in gamba con ottime competenze che vorrebbe avere il proprio lavoro ed essere correttamente remunerata piuttosto che sussidiata.