“L’incertezza politica”, ma anche le tensioni commerciali e soprattutto “l’erosione della fiducia dei consumatori”: sono queste tre delle principali cause che l’Ocse ha addotto per presentare nel suo Interim Economic Outlook e motivare le stime al ribasso della crescita del Pil italiano. Per il nostro Paese dunque quest’anno il saldo del Pil sarà negativo (-0,2%) mentre risalirà parzialmente nel 2020 a +0,5%: dato che rappresentano una revisione al ribasso delle precedenti stime, presentate a novembre e che avevano riacceso le polemiche dell’opposizione sull’operato del Governo a trazione Lega e Movimento 5 Stelle. Secondo l’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico questo rallentamento della crescita comunque va condiviso dall’Italia con tutta la Zona Euro che nel suo insieme sarà di circa l’1% nel 2019 e dell’1,2% l’anno prossimo: da qui anche l’appello agli Stati a rivedere la politica sulle restrizioni commerciali e a prediligere il dialogo multilaterale, evitando l’introduzione di nuovi dazi e intraprendendo nuovamente la strada della liberalizzazione. (agg. di R. G. Flore)
GOVERNO LEGA-M5S NEL MIRINO
Le stime di Ocse scatenato la bufera sul governo M5s-Lega: opposizione sul piede di guerra dopo le valutazioni dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, che vedono l’Italia in recensione e il Pil dell’intero 2019 tagliato a 0,2%. Questo il commento del neo segretario Pd Nicola Zingaretti: «Le drammatiche previsioni dell’Ocse sono un macigno su questo governo. Stanno portando il Paese in una recessione drammatica che pagheranno tutti gli italiani. Ora smettano di perdere tempo con pistole e selfie e inizino a governare e a dare lavoro e sviluppo all’Italia». Queste le parole del forzista Renato Brunetta: «L’Italia sarà in recessione per tutto il 2019 con crescita a -0,2%. Sarà un altro pesantissimo anno per le famiglie e le imprese italiane». Infine, l’attacco della senatrice dem Laura Garavini: «Dati Ocse confermano gravità della situazione del paese.E preoccupante linea politica di questo Governo. Che ci trascina colpevolmente in recessione. Scarica conseguenze su giovani. Ma a loro che importa? Gli basta bloccare la Tav e farsi selfie per essere contenti». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
OCSE: “ITALIA IN RECESSIONE”
L’Italia è in recessione: ora non lo dice solo il calcolo del Pil fatto dall’economia italiana, ma anche l’Ocse conferma l’attuale fase di stagnazione allargandola però a tutto il 2019. Una previsione, quella inserita nell’Interim Economic Outlook presentato oggi a Parigi, che prevede un’Italia in forte difficoltà anche nei prossimi mesi come pochi altri stati internazionali (Argentina e Turchia, nello specifico). Il Pil dell’Italia sarà di segno negativo, -0,2% nel 2019, per risalire allo 0,5% nel 2020, rispettivamente -1,1 punti e -0,4 punti rispetto alle previsioni del precedente Economic Outlook di novembre: nella Manovra di Bilancio il Governo Conte aveva fissato una previsione all’1% nel 2019 e 0,8% nel 2020, decisamente più alti e ottimisti i dati rispetto a Ocse. Dopo le “stangate” sul Pil italiano giunte dalla Commissione Europea, da Moody’s, Fitch e dallo stesso Istat, ora è anche l’Ocse (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico) a lanciare l’allarme sull’economia del nostro Paese per i prossimi 12 mesi. Anche la Germania non sfugge alla revisione del report, vedendo peggiorare la stima per la sua crescita di 0,9 punti rispetto all’ultimo documento Ocse di qualche mese fa,
FRENATA ANCHE DALL’ISTAT
L’Italia tornerà a crescere nel 2020 ma con un passo dimezzato rispetto al resto dell’Ue (+0,5%), spiega ancora l’Ocse nel rapporto tutt’altro che positivo sulla nostra Manovra: «la crescita globale continua a perdere slancio: una situazione che si ripercuote in maniera più marcata nei Paesi maggiormente votati all’export, tra cui l’Italia», spiega ancora l’Ocse ribadendo «L’incertezza politica, le tensioni commerciali e un’ulteriore erosione della fiducia dei consumatori» come cause che contribuiscono al rallentamento della crescita globale. Intanto dall’Istat arriva una ulteriore “frenata” sulla nostra economia dopo gli ultimi studi compiuti dall’istituto di statistica nazionale: «l’indice ‘spia’ dell’andamento dell’economia italiana, ha registrato una ulteriore diminuzione, confermando le difficoltà dell’attuale fase ciclica», spiega la nota mensile Istat, salvo poi aggiungere come la fiducia di imprese e famiglia è peggiorata ancora più duramente «il calo della fiducia ha riguardato tutti i settori con l’eccezione del commercio al dettaglio. Le imprese manifatturiere hanno evidenziato un arretramento dei giudizi sugli ordini e delle attese di produzione, il cui saldo rimane comunque positivo».