L’Aula del Senato ha approvato a larghissima maggioranza la riforma dell’istituto della class action. Il disegno di legge, composto di sette articoli, riforma l’attuale disciplina trasferendola dal Codice del consumo al Codice di procedura civile. In questo modo lo strumento avrà un’applicazione e una portata più ampia. In particolare, con il provvedimento si introduce nel Codice di procedura civile un nuovo titolo VIII-bis “Dei procedimenti collettivi”, composto da 15 nuovi articoli. Si amplia l’ambito d’applicazione soggettivo e oggettivo dell’azione di classe: l’azione sarà sempre esperibile da tutti coloro che avanzino pretese risarcitorie in relazione alla lesione di “diritti individuali omogenei”.



Cavolo! Da soggetti deboli da tutelare a gente che, per far valere i propri diritti, fa valere l’Azione di Classe. Sì, di classe, avete capito bene. Classe, non ceto, ancor meno soggetto singolo, ancor più soggetto collettivo. Se questa gente, con quel che fa, fa la crescita e nel farla ne fa i 2/3, consentire per legge che all’occorrenza possano farsi classe per reclamare il dovuto se il dovuto risulta insufficiente, beh, ‘sti politici hanno fatto quel che andava fatto. Niente di più, niente di meno! Giust’appunto, proprio quel dovuto che manca per fare il dovuto. Dovuto, trasferito dalle imprese al capitale e al lavoro, ma che non fa i cesari tutti uguali per capacità di spesa.



Ehi, della classe, vogliamo farla roboante? Facciamola! Prendiamo di petto le diseguaglianze, quelle che pur restano intatte dopo giaculatorie etiche. Orbene la crescita si fa con la spesa, non con la produzione, né con il lavoro. Per farla al massimo, tutto quel che viene prodotto deve poter essere acquistato. Se ho in tasca meno di quel che serve per fare la spesa che mi tocca, sono un renitente alla leva della crescita. Attenzione, dentro ‘sta classe ci stanno pure altri renitenti; quelli che hanno in tasca più di quel spendono per contribuire alla crescita.

Dunque, renitenza per renitenza, credo possa ritenersi legittimo avanzare pretese risarcitorie, nei confronti dei responsabili (responsabili, sono da intendersi i mal trasferenti ricchezza, i troppo intascanti e poco spendenti o… quelli che hanno la stessa tasca nella sovraclasse?), in relazione alla lesione di diritti individuali omogenei dei “povericristi”. Orsù, sottoclasse di scalcinati, diamoci da fare!