0,441 centesimi: è quanto vale oggi un’azione di Tim dopo un’altra giornata in rosso in Borsa, col titolo ai minimi storici e che è arrivato a lambire anche ribassi vicini al 7% mentre sono stati vivaci i volumi, pari a circa il 2,5% del capitale. La terza seduta consecutiva di fibrillazione del colosso della telefonia e delle telecomunicazioni italiane a partire dallo scorso venerdì è indubbiamente il frutto non solo delle incertezze dovute all’annuncio dei dati preliminari relativi al 2018 ma anche dello scontro a livello di governance tra gli azionisti Elliott e Vivendi, coi francesi che nelle ultime ore hanno replicato duramente all’affondo di ieri del fondo americano, lanciando alcune bordate in merito all’influsso negativo sul titolo e sulle decisioni dell’Agcom, soprattutto in relazione al tema dello scorporo della rete dopo che proprio l’Autorità Garante aveva bocciato il piano presentato dall’ex ad Amos Genish. (agg. di R. G. Flore)



VIVENDI RISPONDE ALLE CRITICHE DI ELLIOTT

Nuova giornata di Passione per Tim, col titolo che in Borsa fa registrare un pesante calo tanto che tocca un nuovo minimo storico e fa registrare anche delle perdite che superano il 7%: non solo dato che il rosso fatto registrare nel corso di ben tre sedute consecutive si porta appresso pure un altro dato preoccupante, ovvero il fatto che negli ultimi nove mesi le azioni di Tim hanno perso quasi il 50%. A pesare, come noto, sono le fibrillazioni in merito al conflitto tutto interno alla governance tra gli azionisti del Fondo Elliott e Vivendi. Dopo le bordate di ieri da parte del fondo americano, quest’oggi è arriva la dura replica da parte francese, soci di maggiorana: “Siamo sorpresi che Elliott sembri interferire con le Autorità pubbliche italiane, alla luce del suo status di azionista di minoranza in Tim” ha spiegato oggi alla stampa un portavoce del gruppo, passando poi al contrattacco quando afferma che “le tattiche di Elliott stanno deprimendo i risultati di Tim e il valore delle azioni” e conclude spiegando che gli interessi del fondo non sarebbero allineati con quelli degli altri azionisti. (agg. di R. G. Flore)



NUOVA FLESSIONE DEL TITOLO

Nuova, pesante flessione di Tim in Borsa: oggi a Piazza Affari il colosso della telefonia italiana ha fatto segnare un nuovo minimo storico toccando quota 0,441 euro e, come qualcuno aveva previsto, molto dipende non solo dall’annosa questione della separazione della rete e dallo scontro tutto interno alla governance tra il Fondo Elliott, il secondo azionista dell’azienda, e i francesi di Vivendi specialmente dopo il recente giudizio dell’Agcom sul piano presentato dall’ex ad di Tim, Amos Genish. Il titolo oggi ha lasciato addirittura il 6,08% e totalizzando quella che è oramai la terza seduta negativa consecutiva: inoltre preoccupa anche il fatto che la capitalizzazione della società è scesa a 6,7 miliardi. (agg. di R. G. Flore)



TITOLO MALE IN BORSA

Si prospetta un 2019 difficile per Vivendi in Italia, complice anche il fatto che i rapporti tra il nostro Paese e la Francia siano ai minimi storici per una serie di ragioni contingenti. Dopo che l’Agcom aveva bocciato il piano francese, nelle ultime ore sono arrivate le bordate al gruppo di Amos Genish da parte del Fondo Elliott che, attraverso un suo portavoce, ha criticato la strategia dato che non solo non creerebbe valore nell’azienda ma sarebbe pure responsabile della perdita di quasi un anno di tempo, a scapito di azionisti e dello stesso sistema Italia. Infatti, il fondo USA che esprime di fatto oramai la maggioranza del Cda di Tim ha ricominciato il suo pressing affinché il board dia il via alla “creazione e separazione di una rete unica”. E le fibrillazioni interne non hanno fatto bene nemmeno al titolo che in Borsa ha fatto segnare di nuovo un “meno” e che rappresenta la performance peggiore a Piazza Affari dal 2013 a oggi. (agg. di R. G. Flore)

TIM, ELLIOTT CONTRO VIVENDI

Tim, il gruppo Vivendi è pronto alla resa sulla rete fissa del gigante italiano delle telecomunicazioni: a seguito del recente parere espresso dall’Agcom in merito alla separazione della rete d’accesso disponibile e che sarebbe dovuta confluire in una NetCo si aprono nuovi scenari per i francesi mentre intanto dal Fondo Elliott arrivano dure critiche. Infatti, a seguito della pubblicazione del suddetto documento da parte dell’autorità di garanzia, il fondo attivista e che detiene una quota pari all’8,85% ha non solo sparato a zero contro la stessa Vivendi ma ha chiesto nuovamente al Cda di Tim di cominciare quanto prima tutte le operazioni necessarie per giungere alla tanto auspicata separazione della rete. Se il Cda accogliesse questa sollecitazione, per Vivendi si aprirebbero scenari pessimi dal momento che sarebbe come sconfessare quella che è stata la strategia del gruppo francese in Tim fino ad ora.

LE CRITICHE DEL FONDO ELLIOTT

E proprio nelle ultime ore, in merito alla complessa situazione che sta vivendo Tim, sono arrivati nuovi segnali di pressing dallo stesso Fondo Elliott che, in merito alla suddetta accelerazione da parte del board di separare la rete ha lanciato una bordata a Vivendi, sottolineando che “la decisione dell’Agcom conferma che il suo progetto di mantenere l’intero capitale di NetCo in Tim non solo non crea valore per gli azionisti ma è considerata insufficiente”, aggiungendo pure che nel corso dell’ultimo anno questo modo di agire ha portato a perdere tempo e a una distruzione di valore proprio a scapito di “Tim e dell’intero Paese”. E, in riferimento a questa guerra interna, non è un caso che anche oggi il titolo abbia perso ancora terreno in Borsa, toccando il minimo negli ultimi cinque anni e avendo subito anche un taglio del target price. Insomma, il progetto di Amos Genish voluto da Vivendi sembra essere oramai naufragato e adesso la mossa tocca ad Elliott.