Il Consiglio dei ministri ha varato ieri il decreto sblocca-cantieri, “salvo intese”. Non sembra quindi che tutte le divergenze tra Lega e Movimento 5 Stelle sul tema siano state ripianate. Non si parla di condoni, visto che entrambi i partiti si sono detti contrari, ma a quanto pare il Carroccio vorrebbe maggiori sostegni e incentivi all’edilizia privata. «Il fatto che ci sia il provvedimento è già una buona notizia, perché segnala un atteggiamento di maggior attenzione, al di là dei proclami, da parte della maggioranza nel suo complesso verso un’economia che deve ripartire. Il fatto di riconoscere che ci sono delle opere bloccate in Italia e che si può provare a farle ripartire di per sé è un riconoscimento importante, indipendentemente dai dettagli specifici del provvedimento. È altrettanto importante che non ci sia un condono, che significherebbe generare nuovi problemi domani per provare a mettere una pezza su quelli di oggi», ci dice Francesco Daveri, professore di Macroeconomia all’Università Bocconi di Milano.



Presto potrebbe arrivare anche il ripristino del super ammortamento per gli investimenti in beni strumentali delle imprese…

Tornare nel solco delle politiche avviate da Calenda, con misure che incentivino le aziende a modernizzarsi, è un passo nella giusta direzione. Questi provvedimenti sono stati buttati via come il bambino con l’acqua sporca, ed è stato un errore grave che ha contribuito a rallentare l’economia, che già stava frenando sia per ragioni parzialmente derivanti dall’estero che per via di una Legge di bilancio che non è piaciuta ai mercati e ha fatto salire lo spread. Quindi questa correzione avrebbe un risultato espansivo sull’economia, tra l’altro con un costo limitato. Ci sarebbe anche un’altra cosa in grado di aiutare la nostra economia.



Quale?

Non presentare una nuova Legge di bilancio, che di fatto verrà impostata già con il Documento di economia e finanza, che riproponga quanto abbiamo già visto, ovvero una fase di scontro con Bruxelles perché viene predisposta una manovra che non è coerente con i vincoli europei, facendo salire così lo spread e scendere la Borsa, visto che le banche vengono penalizzate. Se riuscissimo a risparmiarci tutto questo sarebbe meglio.

Secondo alcune indiscrezioni, il Governo potrebbe anche valutare di presentare un Def privo del quadro programmatico, un po’ com’era stato fatto l’anno scorso. Cosa ne pensa?



Credo che sarebbe una cosa ridicola. L’anno scorso non avevamo un esecutivo nel pieno delle sue funzioni e quindi quella scelta era giustificata. Se quest’anno il Governo in carica presentasse un Def in cui non dice quello che vuole fare sarebbe una mossa incomprensibile. Vorrebbe forse aspettare le elezioni europee sperando che cambi la maggioranza a Bruxelles? Anche se cambiasse è tutt’altro che scontato che la nuova eventuale maggioranza euroscettica darebbe il via libera a un bilancio italiano che non rispetti i vincoli.

In questo senso i numeri non lasciano molto spazio a interventi particolari per il 2020, visto che andranno disinnescate le clausole di salvaguardia.

I conti si fanno in fretta. Al momento per il 2020 il deficit/Pil è previsto all’1,8% e se la crescita dell’economia fosse inferiore all’1% bisognerebbe già aggiungere qualche decimale. Se poi si volessero disinnescare le clausole di salvaguardia bisognerebbe aggiungere un altro punto percentuale. Come si vede, prima ancora di cominciare a ragionare su nuovi interventi si arriva tranquillamente sopra il 3% del deficit/Pil. Se poi si volesse introdurre la flat tax di cui si è parlato nei giorni scorsi, che bene che vada costerebbe tra i 15 e i 17 miliardi di euro, bisognerebbe aggiungere un altro punto percentuale, magari contabilizzando qualche effetto espansivo. Però andrebbe calcolato al netto di eventuali aumenti di spread se per caso la flat tax venisse introdotta senza essere coperta da riduzioni di spesa.

Questa flat tax potrebbe funzionare come stimolo alla domanda interna?

No, lo stimolo che avrebbe sarebbe alla formazione di nuove famiglie, il che potrebbe anche essere un obiettivo commendevole. Dato che se una persona, facendo parte di una famiglia, potrebbe pagare solo 15% di tasse sul reddito, sempre che non si superino complessivamente i 50.000 euro, invece che essere sottoposto ai normali scaglioni Irpef, ritengo che la possibilità che nascano nuove famiglie per poter beneficiare di questo sconto fiscale sia piuttosto alta.

Con il varo del decreto sblocca-cantieri e il ripristino del super ammortamento potremmo pensare di avere una crescita del Pil per il 2019 più vicina allo 0,5% che non allo 0%?

Il contributo più importante per arrivare allo 0,5%, e magari qualcosa di più, è quello di non presentare una Legge di bilancio da libro dei sogni, perché questa farebbe risalire lo spread e tale aumento finirebbe per generare incertezza, portando al rinvio di decisioni sugli investimenti o sugli acquisti importanti come quello di una casa. Lo sblocca-cantieri e il super ammortamento sono misure importanti, ma occorre non dilapidare l’effetto positivo che avrebbero sull’economia. Sarà importante mettere dei paletti su questo nel Def. Un programma per il 2020 sarebbe meglio formularlo e discuterlo in anticipo, non presentarlo all’ultimo momento come è stato fatto l’anno scorso.

(Lorenzo Torrisi)