All’interno del report sulle Prospettive per l’Economia italiana, l’Istat ha in qualche modo “anticipato” alcuni giudizi poi formulati anche nella bocciatura della Commissione Ue avvenuta in mattinata. In particolare, alcune valutazioni sul fronte degli investimenti pubblici permetterebbe – secondo l’Istituto di Statistica Nazionale – mettono in risalto come sarebbero ben più importanti e “impattanti” sul Pil italiano rispetto ad esempio al Reddito di Cittadinanza. «Aumentare di 1 miliardo gli investimenti pubblici in ricerca e sviluppo farebbe aumentare il pil dello 0,1% il primo anno e dello 0,2% in quelli successivi», spiega l’Istat valutando poi come lo stesso Reddito previsto dal Governo Conte spingerà sì la crescita dello 0,2% nei primi anni, ma nel medio periodo «gli effetti si annulleranno progressivamente».
PIL ITALIA, LA MANOVRA NON CONVINCE
Prosegue l’allarme del Pil in Italia secondo le stime dell’Istat che fanno ancora calare le previsioni per quest’anno e per il 2019: secondo l’istituto di statistica nazionale, le previsioni per il 2018 rivedono il prodotto interno lordo al +1,1%, un netto calo rispetto al già basso 1,4% stimato nello scorso maggio. In tutto l’arco del 2017 il Pil italiano erano cresciuto dell’1,6% e dunque segna un drastico calo secondo le previsioni costruite tra le riforme passate che non hanno avuto effetti, i conti della Manovra di oggi e le possibili conseguenze per le riforme future. «L‘attuale scenario di previsione è caratterizzato da alcuni rischi al ribasso rappresentati da una più moderata evoluzione del commercio internazionale, da un aumento del livello di incertezza degli operatori e dalle decisioni di politica monetaria della Banca Centrale Europea», spiega l’Istat nel suo report sulle Prospettive per l’economia italiana nel 2018-2019. Cala il tasso di disoccupazione fino al 10,5% nel 2018 e al 10,2% nel 2019 (era dell’11,2% nel 2017), «proseguimento della dinamica positiva del mercato del lavoro determinerebbe un aumento dell’occupazione nell’anno corrente (+0,9% in termini di unità di lavoro), contribuendo a una progressiva diminuzione del tasso di disoccupazione».
ISTAT BOCCIA PIL ITALIANO, E ANCHE L’OCSE..
L’avvertimento del report Istat è che il ritmo provocato dal Jobs Act e dalle politiche del lavoro negli ultimi due anni non venga fermato nel 2019 e che si possa dunque continuare a far calare il tasso di disoccupazione: intanto però l’allarme resta alto, specie per un eventuale aumento dei tassi di interesse pari a 100 punti base che determinerebbe un calo del Pil addirittura dello 0,7% rispetto allo scenario calcolato. L’allarme viene suonato anche dall’Ocse che sempre nella giornata di oggi pubblica un report che di fatto stronca il nostro Pil, pur condividendo le misure di contrasto alla povertà dei Governo: «troppo debito e poca crescita» è la sentenza dell’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico che rispetto alla Manovra del Governo decide di “fermare” allo 0,9% la previsione sul Pil per il 2019 e il 2020, ben al di sotto di quel 1,5% inserito dal Ministro Tria nella nuova Legge di Bilancio (e oggi arriverà la bocciatura anche dalla Commissione Ue con la procedura d’infrazione quasi certa). «Con l’alto debito e la bassa crescita della produttività italiani», dice l’Ocse, la politica fiscale espansiva disegnata dal governo rischia di far rimanere, o addirittura alzare, i premi al rischio sul debito sovrano». Tornando ai dati dell’Istat, elemento positivo per il Governo Lega-M5s è l’introduzione del reddito di cittadinanza che potrebbe portare ad un aumento del Pil fino allo 0,3%, sempre che «l’intervento corrisponde a un aumento dei trasferimenti pubblici pari a circa mezzo punto di Pil».