Il ministro del lavoro e dello sviluppo economico, Luigi Di Maio, ha detto la sua sulle preoccupazioni esternate in mattinata da Confindustria in merito alla crescita dell’Italia per il biennio 2019-2010, e alle misure cardine della manovra di bilancio. «Le preoccupazioni di Confindustria – le parole del vice-presidente del consiglio riportate dall’edizione online di Tgcom24 – sono le stesse del governo, non c’è volontà di contrapposizione». Secondo l’associazione degli industriali italiani, “l’economia italiana avrà crescita zero”, ma il vicepremier non sembra confutare tali dati, sottolineando invece la «consapevolezza di un rallentamento generalizzato e importante sia all’interno della Ue sia come effetto della guerra dei dazi». Il leader del Movimento 5 Stelle lo ha spiegato in quel di New York, rassicurando gli investitori americani incontrati presso la Grande Mela. Il vice-Premier ha altresì parlato della “fase 2” del progetto italiano sul bilancio, come spiega l’agenzia Ansa, caratterizzata da un orientamento rivolto maggiormente agli investimenti, alla crescita e allo sviluppo economico, assicurando inoltre che l’intenzione del governo è quella di arrivare fino a fine mandato con tale coalizione. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



CONFINDUSTRIA SMONTA IL REDDITO DI CITTADINANZA

«Il reddito di cittadinanza darebbe un contributo a valere sui consumi di 0,8 punti cumulati in tre anni, concentrato sul primo, ma il rialzo dei tassi sovrani e il calo di fiducia determinati dal loro finanziamento in deficit hanno un impatto negativo sulla crescita»: il Centro studi di Confindustria mette nel mirino il provvedimento bandiera del Movimento 5 Stelle, reo di non aver effetti sul Prodotto Interno Lordo. Il Sole 24 Ore evidenzia che viene bocciata anche Quota 100, «per cui viene stimato un contributo potenziale di 0,6 punti in tre anni». L’opposizione è sul piede di guerra, ecco le parole di Antonio Tajani: «Lega e 5 Stelle sono corresponsabili di una situazione economica pericolosissima e dannosa per imprese e cittadini italiani». Duro anche il forzista Giorgio Mulè, che invoca la caduta del governo: «Il governo metta da parte l’arroganza e non abbia paura di affrontare la realtà, prenda atto del suo fallimento – certificato oggi dall’impietosa analisi di @Confindustria – e sia conseguente, compiendo l’unico atto di dignità politica davanti al popolo: le dimissioni». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)



PIL ITALIA 2019, STIME AZZERATE

Confindustria lancia l’allarme: stime azzerate per il Pil Italia 2019, leggero rialzo dello 0,4 per cento nel 2020. Il Centro Studi della Confederazione generale dell’industria italiana lancia un monito al Governo Lega-Movimento 5 Stelle: consumi e investimenti fermi, con le previsioni tagliate di ben 0,9 punti rispetto alle ultime sull’anno in corso. Dati che «destano preoccupazione», il commento del capo economista Andrea Montanino, con il Pil che continua ad essere leggermente negativo nel primo trimestre, prossimo allo zero e piatto nell’orizzonte del primo semestre. Il Sole 24 Ore spiega che il rapporto deficit/Pil salirà al 2,6 per cento, sopra il livello del 2018 e il target concordato con l’Europa (2 per cento), mentre il lavoro è fermo e non si prospetta alcuna inversione di tendenza.



CONFINDUSTRIA, ALLARME RECESSIONE PER IL GOVERNO

Debito rispetto al Pil in salita al 133,4% nel 2019 e al 133,6% nel 2020, ecco il commento del capo economista Montanino: «La finanza pubblica è stata ipotecata con la Legge di bilancio del 2019 non ci sono soluzioni indolori: o il governo aumenta l’Iva oltre il 25% con effetti recessivi o si va al 3,5% di deficit e visto che siamo sotto osservazione dei mercati non possiamo permetterci di andare oltre il 3 per cento. La Manovra 2020 parte da 23 miliardi per le clausole Iva e 9 per la correzione strutturale, sarà inevitabile un aumento delle tasse». E non arrivano buone note per il reddito di cittadinanza, provvedimento bandiera M5s: il sussidio non avrà effetti sul Pil, poichè il contributo stimato sui consumi è annullato dal calo di fiducia determinato dal suo finanziamento in deficit. Luigi Marattin del Pd ha attaccato su Twitter: «Confindustria annuncia le sue previsioni di crescita per il 2019: zero spaccato. Entro le 12 secondo me qualcuno gli dirà che deve candidarsi alle elezioni, se vuole parlare».