E così Macron è andato a Berlino, ha incontrato la Merkel, ha fatto il suo bel discorsetto al Parlamento tedesco, ha riscosso grandi applausi e approvazione. Ma soprattutto si è accordato con la Cancelleria per proporre un “bilancio unico europeo”: l’obiettivo è quello di destinare i fondi per gli investimenti solo a quei paesi che sono in regola con i conti. A tutti ovviamente è subito venuta in mente l’Italia.



Non gli basta che, tra fondi di partecipazione all’Europa stanziati e fondi ricevuti in finanziamenti, ci rimettiamo ogni anno circa 5 miliardi: minacciano addirittura di azzerare i fondi che ci danno. Si sono resi conto che l’Italia sta trattando da una condizione di forza e tentano di nuovo di metterla all’angolo. La condizione di forza è quella che deriva dalla possibilità che l’Italia metta il veto al bilancio europeo in seguito all’attivazione di una procedura di infrazione. Ma sarebbe, come già notato, un’arma spuntata, perché non si può mettere una procedura di infrazione solo per un’ipotesi di sforamento.



Allora la minaccia è di emettere una procedura di infrazione per il debito eccessivo dell’anno scorso: ma questo rischia di essere un boomerang, soprattutto in chiave elettorale, poiché quel debito è a carico del precedente governo Gentiloni e quindi i partiti dell’attuale esecutivo avrebbero un forte argomento per la campagna elettorale. Per questo Merkel e Macron stanno agendo con grande rapidità: il tempo non è molto, la campagna elettorale per le europee di maggio è alle porte e non resta molto tempo per mettere in piedi un piano del genere con l’accordo di tutti gli altri paesi europei.



In queste condizioni, la mossa non ha alcuna valenza economica o sociale, ma solo politica e in funzione smaccatamente anti-italiana. In realtà, sembra una mossa dettata dalla disperazione, più che da una visione politica o quanto meno da un’opportunità politica. I due, a parte gli applausi di facciata, sono in gravi difficoltà. La Merkel addirittura ha già annunciato il ritiro dalla guida del proprio partito, mentre Macron in Francia sta attraversando problemi giganteschi, sia da un punto di vista sociale, con le continue manifestazioni contro il Governo, sia da un punto di vista politico, per le continue dimissioni dei suoi ministri, che capiscono di non contare più nulla e di trovarsi con l’elettorato sempre più ostile. Con due leader così fragili politicamente, come potranno sperare di trovare il consenso dei primi ministri degli altri paesi?

Oltretutto la minaccia di infrazione viene da due paesi che hanno violato ripetutamente e continuano a violare i limiti imposti, senza che per loro si sia mai proceduto a un’infrazione.

Comunque la mossa disperata, ammesso che possa riuscire, avrà un impatto quasi nullo: infatti si parla di applicare questo “bilancio unico europeo” a partire dal 2021. E per allora fin troppa acqua sarà passata sotto i ponti. La crisi è alle porte, l’economia francese è al collasso, la popolazione che vive lontano da Parigi è disperata e pure l’economia tedesca sta vivendo un brutto momento, con il Pil in calo su base trimestrale. E le borse europee avevano presentito l’attuale momento di difficoltà e da circa un mese non fanno che calare: magari poco, ma calano. In questo quadro, questa storia del bilancio europeo risulterà solo una perdita di tempo prezioso, tempo che poteva essere utilmente impiegato per trattare con il Governo italiano e per iniziare a cambiare le politiche economiche e monetarie dell’Europa.

Ci avviamo verso il disastro e questi stanno perdendo tempo.