E’ Fabrizio Saccomanni in persona a smentire la versione di Giovanni Tria, il ministro dell’Economia che nel corso di un’audizione in Senato ieri aveva detto che l’ex titolare di via XX Settembre era stato ricattato dalla Germania sulle regole del bail-in. Saccomanni, a margine del forum franco-italiano a Versailles, a una domanda sulle dichiarazioni di Tria, come riportato dall’Huffington Post ha commentato:”Il ministro ha ritrattato. Io ho fatto una deposizione alla commissione d’inchiesta sul bail-in”. Saccomanni, a chi gli chiedeva se si fosse sentito ricattato, ha risposto: “Ma figuriamoci”. Poi sul tema del bail-in ha aggiunto:”Tutto può essere rivisto e modificato, ma il consenso internazionale, al livello globale, su questi principi iniziò nel 2011, quindi quando io facevo altre cose. E’ un consenso che si è attuato nelle regole accettate prima di tutto al livello globale e poi recepite al livello europeo. Quindi naturalmente si può rivedere, è quanto auspicato dal presidente dell’Abi Antonio Patuelli: un riesame, una ridiscussione, da fare avendo visto quali sono i problemi concreti”. A titolo personale si è infine detto “d’accordo che tutto può essere rivisto alla luce dell’esperienza ma “l’opinione di Unicredit (che oggi presiede, ndr)mi riservo di esprimerla al momento opportuno”. (agg. di Dario D’Angelo)



FDI ATTACCA

Secondo il segretario della Commissione Finanze Andrea de Bertoldi (Fratelli d’Italia) le dichiarazioni del Ministro Tria «hanno dell’incredibile»: in merito al tema del bail-in e dei presunti “ricatti” della Germania, «Gravissime, invece, sono le affermazioni, che se fossero confermate sarebbero preoccupanti, riguardo il ricatto del governo tedesco verso l’Italia per accettare la normativa sul ‘bail in’. Chiederò che nella costituenda Commissione d’inchiesta sulle banche queste dichiarazioni siano oggetto di approfondimento e che si faccia definitiva chiarezza. Su una vicenda così importante non possono rimanere opacità o incertezza» ha attaccato de Bertoldi ai colleghi dell’Agenzia Vista. Intanto il Mef specifica che le dichiarazioni di Tria in commissione sono giunte dopo aver sentito da una precedente dichiarazione dello stesso Saccomanni in Commissione Banche.



TRIA, “GERMANIA RICATTÒ SACCOMANNI SUL BAIL-IN”

In principio furono Salvini e Di Maio ad attaccare (ed essere attaccati) la Francia: ora però, il nuovo capitolo della “saga” Italia contro establishment europeo vede il Ministro dell’Economia Giovanni Tria contro nientemeno che la Germania. Sentitelo durante la Commissione Finanze del Senato, con parole al vetriolo contro l’allora titolare dell’Economia Wolfgang Schaeuble: «Quando in Italia fu introdotto il bail-in» – che di fatto prevede che siano azionisti, obbligazionisti e correntisti a pagare in caso di crisi della banca – «erano tutti contrari ma il ministro del Tesoro di allora, Fabrizio Saccomanni, fu praticamente ricattato dal ministro delle Finanze tedesco». Tria non usa mezzi termini per definire una nuova polemica, seppur a scoppio ritardato, contro le direttive franco-tedesche in Europa sul tema banche e crescita dell’economia. Forse non a caso il “missile” da Roma arriva nel giorno in cui la Commissione Ue ha bocciato (di nuovo) la manovra italiana nel Country Report messo a punto da Dombrovskis e Moscovici: secondo Tria, «se Roma non avesse accettato si sarebbe diffusa la notizia che il nostro sistema bancario era al fallimento», quindi tecnicamente un vero e proprio ricatto.



CAOS BANCHE, TRIA ATTACCA SHAUBLE E MERKEL

Ancora il titolare del Mef spiega in Commissione Finanze come dall’Unione Europea sulla questione dei rimborsi per le banche in crisi «finora c’è stata solo una richiesta di informazioni su una serie di punti, a cui noi abbiamo preparato una risposta in difesa della legge con un’interpretazione che consenta di non violare le norme comunitari». Per questo motivo Tria ha ribadito che il Governo gialloverde ha preparato una bozza di decreto che avvalla quella interpretazione. Un attacco a Schaeuble ma inevitabilmente un “messaggio” anche ad Angela Merkel e a tutto il board Ue che sul tema anche più volte ha tentato di porre un freno all’avanzata degli istituti italiani, intervenendo quasi sempre a modalità “alterne” (colpendo l’Italia e glissando, ad esempio, sui guai di Deutsche Bank). Tria ha poi in ultima analisi appoggiato la teoria di Patuelli (presidente Abi) che di recente ha ammonito l’Ue dicendo che il bail-in è una norma desueta: «Condivido il fatto che dovrebbe essere abolito ma non prevedo che in tempi brevi possa essere abolito o che ci sia una convergenza tale che si possa arrivare, almeno per ora e non so se in futuro, all’abolizione».