Il mancato effetto Moody’s si è fatto sentire sul mercato dei nostri titoli di stato (come si può vedere nel grafico più in basso): spread inferiore ai 235 punti, ovvero ai livelli di settembre 2018, e rendimento del decennale in prossimità dei valori registrati a maggio scorso, ossia in area 2,42%. La situazione che si è vissuta nel corso della giornata di ieri trova il suo più coerente riscontro con il celebre proverbio “no news is good news”. Scampato il pericolo di venerdì sera, l’Italia si avvicina al suo prossimo e importante appuntamento in agenda: entro il 10 aprile il Governo esporrà il proprio Documento di economia e finanza all’intera platea degli osservatori (e investitori).



Sono trascorse 72 ore dal “giudizio sospeso” da parte dell’agenzia di rating Moody’s: un’attesa che in molti non pronosticavano per la forma adottata ma molto più nella sostanza. Quanto potrà durare questo silenzio? Si ipotizza che possa prolungarsi in concomitanza del giudizio dell’altra attesa agenzia Standard & Poor’s che si pronuncerà il prossimo 26 aprile, ma non è affatto da escludere la possibilità che ci possa invece essere un ritorno in campo della stessa Moody’s a seguito della diffusione del nostro Def. Nel frattempo i conti delle nostre casse riprendono – momentaneamente – fiato.



Nonostante il nostro debito pubblico abbia fatto registrare un nuovo record a gennaio raggiungendo i 2.358 miliardi, gravato da un significativo incremento dell’1,7% nel solo ultimo mese, le recenti aste dei titoli di stato hanno “risparmiato” qualche centesimo di punto: sia per i Bot a dodici mesi come per recenti i Btp a tre, sette e vent’anni i rendimenti hanno registrato un calo soprattutto per quest’ultimi. In calendario per la prossima settimana ci saranno ulteriori offerte sul mercato che vedranno lo Stato impegnato in operazioni di collocamento di CTZ, BTP€i e Bot. Prendendo in considerazione gli attuali valori dello spread così come l’andamento della curva dei tassi, si può ipotizzare un’ulteriore discesa dei rendimenti, soprattutto in ottica di asta di medio-lungo periodo.



Mai come nell’attuale situazione sembra che l’attesa (degli altri) abbia comportato beneficio (per noi). Sfruttiamo la tregua (momentanea) per monetizzare al massimo il fattore tempo poiché – in caso contrario – sarà proprio la mancanza di quest’ultimo a sentenziare il nostro immediato futuro. Maggio è alle porte.