Lunedì scorso l’Agenzia delle Entrate ha diffuso un comunicato stampa in cui venivano elencati tutti i risultati raggiunti e i servizi offerti dalla stessa nel 2018. Si possono riassumere così, per sommi capi, le voci qui contenute.

1) Nel 2018 sono stati recuperati, in forma ordinaria, più di 16 miliardi grazie ai controlli fiscali, con un incremento dell’11% rispetto all’anno precedente (14,5 miliardi); di questi si enumerano: 11,25 miliardi derivanti dai versamenti diretti, circa 1,8 miliardi, invece, frutto dell’attività di promozione della compliance (il contribuente si allinea alla conformità normativa), il gettito conseguito di 1,9 milioni di cartelle esattoriali (alert) inviati dell’Agenzia (con un balzo in avanti del 38% rispetto all’anno precedente e addirittura del 260% rispetto al 2016); si attesta a 3,1 miliardi il recupero conseguente ai ruoli ordinari (+4%) di competenza dell’Agenzia delle Entrate, mentre scende il recupero da misure straordinarie dalla definizione delle controversie tributarie par i a 100 milioni di euro (-87%); sono arrivati dalla rottamazione di cartelle riferite all’Agenzia delle Entrate 2,59 miliardi (-41%), dalla voluntary 1 e bis (slittamento dei termini di decadenza dell’atto tributario) 300 milioni di euro (-25%) e dalla prima misura di pace fiscale, partita negli ultimi due mesi 2018, 50 milioni di euro. In totale le entrate “straordinarie” ammontano quindi a 3 miliardi di euro. Cresce il gettito spontaneo relativo ai principali tributi gestiti dall’Agenzia delle Entrate (imposte dirette e indirette, imposte regionali e comunali), che passa dai 414 miliardi del 2017 ai quasi 420 miliardi (+1,4%) del 2018.



2) L’azione svolta dall’agente della riscossione ha riportato complessivamente nelle casse dello Stato 10 miliardi di euro composti dalle varie rottamazioni, da contribuenti con debiti superiori a 100mila euro e per il 21% da cittadini con debiti compresi tra 10 e 50mila euro: solo l’1,8% degli importi riscossi arriva da cittadini con debiti fino a 1.000 euro.



3) Dopo la prima fase di avvio, la fatturazione elettronica è entrata nel vivo e nel quotidiano di milioni di italiani. Sono, a oggi, circa 2,7 milioni gli operatori che hanno inviato 350 milioni di e-fatture, con una percentuale di scarto pari al 3,85%.

4) Nuovi investimenti sul sistema Fisco, assunzioni di personale operativo (si prevedono più di nuovi posti di lavoro).

5) Servizi più rapidi, con un avanzamento del digitale sul fronte dell’attività di servizio ai cittadini: nel 2018 sono stati erogati rimborsi a famiglie e imprese per un ammontare di 17,5 miliardi di euro (+8% rispetto all’anno precedente). Cresce l’utilizzo dei servizi online che arriva a quota 8,4 milioni di utenti registrati ai servizi telematici e aumentano le visite al cassetto fiscale, che sfiorano i 30 milioni; incrementano pure i contratti di locazione registrati tramite i servizi telematici dell’Agenzia e i servizi catastali e ipotecari. Nel 2018 sono notevolmente cresciuti gli afflussi degli F24 col sistema elettronico dell’Agenzia (servizio più veloce e diretto), superando decisamente la presentazione degli stessi, agli sportelli bancari e postali.



6) Infine, nel 2018 sono stati 68mila i ricorsi in primo grado (-60% rispetto al2017) grazie alla mediazione e alla transazione dell’Agenzia: così facendo si è snellito decisamente l’intasamento e l’accumulo di pratiche ancora da definire alle varie Commissioni Tributarie.

Rimane assodato che non è semplice commentare quanto pubblicato dall’Agenzia in merito all’azione di incasso e recupero dei tributi dovuti dai contribuenti per il 2018. Quando ci sono di mezzo cifre a più zeri, percentuali, confronti con dati di anni precedenti, ecc., il rischio è che alla fine non ci si capisca molto, o peggio che si arrivi a pensare che sia lo stesso soggetto emittente del documento (l’Ufficio dell’Entrate ministeriale) a cercare di mischiare le carte, al fine di apparire il più possibile vincente nella lotta all’evasione e nell’attuazione dell’agognata “pace fiscale”.

Tuttavia, proviamo dapprima ad affrontare una seppur minima equa analisi sull’esito degli sforzi, che nell’anno passato la “Task Force Fisco” ha messo in campo con una serie di strumenti e risorse, volte a migliorare il sistema delle riscossioni dei tributi dovuti. Il Sole 24 Ore, in un articolo di commento, il giorno stesso l’uscita del comunicato dell’Agenzia delle entrate sopra citato, venendo inesorabilmente al nocciolo della questione e abbassando i toni trionfalistici dell’Agenzia, ha chiarito che comunque il Fisco, confrontando i dati tra il 2018 e il 2017, ha perso complessivamente 800 milioni di euro di incassi delle varie imposte. Sicuramente siamo a un discreto punto di svolta, ma lo stesso si scopre che la rottamazione delle cartelle ha fruttato il 41% in meno e per quanto riguarda la voluntary disclosure si perde il 25%.

Quindi ci sembra che le nuove iniziative ministeriali tendenti a migliorare la salute della lotta all’evasione fiscale non hanno spostato di molto i risultati ottenuti dal precedente Governo. Si dirà, come al solito, “lasciamoli lavorare, è presto per giudicare il lavoro svolto dal Ministro Di Maio & Co!”. E anche noi tendenzialmente possiamo essere d’accordo. Certo è che comunque ci appare molto complicato portare in toto il contribuente italico, in particolare il grosso evasore, a pagare allo Stato quanto dovuto di tasse; di fatto l’attuazione del cavallo di battaglia dell’attuale esecutivo, la famosa “pace fiscale”, non ci sembra, come già scritto in precedenti articoli, adeguata per il semplice motivo che si fa di tutto, come sempre è stato, per non disturbare troppo il sistema economico, consolidato nel tempo, dei famosi grandi poteri finanziari mondiali, soprattutto delle banche, che, come ampiamente risaputo (alla faccia di quanto pensano i grandi soloni, tipo Monti & company), hanno fatto del nostro Paese un terreno fertile per ogni tipo di speculazione.

L’esempio eclatante è che rottamazione e slittamento dei termini di decadenza dell’atto tributario (voluntary disclosure), due capi saldi fondamentali del recente modello normativo volto al recupero di quanto dovuto ed evaso dai contribuenti, che si spera possa permettere al Fisco di far cassa, hanno perso in percentuale nei confronti del 2017 il 66%. E poi per concludere, vogliamo dire basta alle varie campagne elettorali e raccolta di proseliti da parte dei vari Governi: cerchiamo di essere chiari e concreti e di non creare le famose “fette di salame” sugli occhi dei cittadini onesti. Così facendo non si va da nessuna parte! E come diceva Giacomo Leopardi in merito a un reale cambiamento della realtà: “È curioso a vedere che quasi tutti gli uomini che valgono molto hanno le maniere semplici; e che quasi sempre le maniere semplici sono prese per indizio di poco valore”.