Potremmo chiamarla la settimana di Torino. Si è infatti tenuto in questi giorni un appuntamento molto importante, quello tra il nuovo management di FCA e i sindacati italiani che naturalmente aderiscono al contratto FCA. È il primo incontro tra i vertici dell’azienda dopo la scomparsa di Sergio Marchionne, quindi molto utile per capire le reali intenzioni dell’azienda. Le indicazioni paiono molto buone e sono confermate anche dalle dichiarazioni che arrivano dai sindacati.



In sintesi, il piano messo a punto dall’azienda presenta 13 modelli: 4 completamente nuovi (500 elettrica, C-Suv Alfa, Maserati media, Jeep Compass) e 9 restyling; 12 interventi tra ibridazione e elettrificazione (a basso e alto voltaggio); 2 nuovi motori e 2 aggiornamenti Euro6 D final (diesel). Il piano presentato a giugno da Marchionne prevedeva 8,7 miliardi di euro per area Emea nel quinquennio 2018-2022; il piano presentato oggi da Mike Manley è di oltre 5 miliardi nel triennio 2018-2021 e solo per l’Italia. Gli stabilimenti saranno tutti aggiornati con piattaforma elettrica o ibrida.



Sull’elettrificazione, nella conferma della scelta, sono state evidenziate alcune criticità relative alle previsioni di mercato, alla riduzione dell’occupazione in prospettiva relativa alla riduzione del numero dei pezzi e maggiore automazione e semplicità delle linee e minore ricorso alla componentistica del veicolo. Inoltre, la scelta dell’elettrificazione comporta una necessità, come avviene in altri paesi, di dotazione di infrastrutture per la rete di ricarica, per lo smaltimento delle celle, e di nuove regolamentazioni su cui il nostro Paese è molto indietro. In ogni caso i veicoli elettrificati passeranno dal 2% attuale al 12% nel 2022 e al 22% nel 2030, questo anche per evitare di incorrere sanzioni delle nuove normative. Le emissioni passeranno nel 2020 dai 130g/km ai 95g/km (-8%) e vi saranno ulteriori riduzioni del 15% dopo il 2021 e del 35% successivamente. Si passa da 900 a 100 componenti e si passa da media a massima automazione.



Si avrà una riduzione dell’occupazione del 20%. L’assistenza sarà ridotta e il tagliando si farà ogni 200.000 km. La Volkswagen, molto impegnata nell’elettrico, sostiene che nuove normative europee faranno perdere 100.000 posti di lavoro. La riduzione riguarderà manodopera assemblaggio motopropulsore, manutenzione veicolo e componenti e rifornimento. Nei segmenti piccoli la tecnologia avrà un prezzo con minore competitività su cui si rischia di subire importazioni dall’Asia per piccoli veicoli frutto di produzioni molto sussidiate da governi asiatici.

Per quanto riguarda la guida autonoma, vi saranno 5 livelli di evoluzione. Oggi siamo tra il livello 1 e 2. Il livello 3 (2020-21) sarà il prossimo e consentirà al guidatore di tenere lontano le mani dal volante pronto però a intervenire. Il livello 4 sarà la guida autonoma completa prevedibile per il 2023 e 2025. Nel 2021 si lancerà il livello 3. Ci sono 3 partnership. Lavoro sulla Waymo che è già una realtà che consentirà il livello 4 e 5. Altra partnership è Aptiv per livello 2, per il livello 3 si utilizzerà Bmw per i modelli Maserati nel 2022 e 2023.

In ultimo, ci sono novità anche per Cnh: l’azienda ha comunicato la decisione di investire circa 2 miliardi di dollari nei prossimi tre anni nel nostro Paese. Gli investimenti guarderanno per oltre 1,5 miliardi ricerca e sviluppo e riguarderanno tutte le aree di business. Gli effetti di questa scelta sono sicuramente positivi e danno prospettive agli oltre 17.000 dipendenti degli stabilimenti italiani.

Che dire, la cessione di Magneti Marelli – per quanto dolorosa – permette a FCA di realizzare un investimento importante in vista del consolidamento, la cui sfida passa attraverso la trasformazione dell’industria. Sarà interessante capire come cambierà il mercato dell’auto nei prossimi 5 anni, quando appunto elettrificazione e guida autonoma cambieranno gli equilibri. E li si vedrà chi ha fatto le scelte migliori. Quel che è certo che il nuovo corso FCA sembra attrezzato per vincere la sfida e rafforzare la sua produzione italiana che è quanto per noi di più interessante.

Un’ultima parola per lui: Sergio Marchionne ha portato il Lingotto fino a qui, la sua missione appartiene ad un ciclo diverso. In presenza di chi continua ancora a fare il tifo per il fallimento di FCA, possiamo certamente tirare una riga e dire che se FCA oggi si appresta a questa nuova sfida con tutte le carte in regola per vincerla è anche grazie a lui, al suo lavoro e alle sue intuizioni che non abbiamo mai mancato di raccontare. E di chi, con lui, ci ha creduto e ci ha fatto accordi fondamentali non solo per l’azienda ma anche per svecchiare il nostro Paese che, incredibilmente, è riuscito a ostracizzare uno dei più gradi protagonisti della storia dell’industria mondiale.

Twitter: @sabella_thinkin