L’indice composito dei direttori degli acquisti di gennaio parla di un’economia in Italia in espansione dopo sette mesi di frenata, grazie alla ripresa dei servizi. Ancora in contrazione, seppur lieve, la manifattura. Sono questi i dati riportati da La Verità: le statistiche mostrano Francia e Germania ancora in “profondo rosso”, con dati peggiori rispetto ai mesi precedenti. Il governo francese ha annunciato anche una riduzione delle prospettive di crescita per il 2024, con la conseguenza di dover attuare 10 miliardi di tagli alla spesa pubblica per non sforare il deficit/pil del 4.4%. Al semaforo anche la Germania, con i Verdi e i socialisti di Spd che spingono per una revisione al bilancio. Contrario Fdp guidato dal ministro delle Finanze Christian Lindner.



Dopo il -0.3% del quarto trimestre del 2023, anche il primo trimestre del 2024 vedrà il Pil con una variazione negativa con la Germania in recessione. Lo scossone è stato provocato anche dalla sentenza della Corte costituzionale che ha portato all’impedimento dell’utilizzo di fondi fuori bilancio per alimentare la spesa pubblica. Si tratta di 60 miliardi di euro che hanno gettato ancora più in crisi l’economia tedesca. Ad aver influito, inoltre, anche il rallentamento della domanda estera e la crisi di fiducia dei consumatori. 



Germania, “governo privo di una reale strategia economica”

La tensione in Germania ha raggiunto livelli altissimi, tanto che il presidente della Bdi (la Confindustria tedesca), Russwurm, ha attaccato sul Financial Times il governo guidato da Olaf Scholz. Le politiche per la transizione energetica sono state definite come “assolutamente deleterie e più dogmatiche che in ogni altro Paese”. Il governo è stato descritto come “privo di una reale strategia economica” e impegnato “a perseguire obiettivi di transizione energetica senza curarsi dei relativi costi”. Le imprese tedesche stanno delocalizzando sempre più spesso verso gli Usa, attratte dagli incentivi offerti dall’amministrazione Biden. 



Anche a Parigi la situazione non è migliore. La crescita per il 2024 si è ridotta dall’1.4% all’1%. I ministri Bruno Le Maire e Thomas Cazenave, spiega La Verità, si sono riuniti per trovare ben 10 miliardi di spesa pubblica da tagliare con un decreto correttivo dei conti. Altri 12 miliardi dovrebbero essere tagliati nel bilancio 2025 ma non attraverso l’aumento delle tasse, bensì con tagli su sussidi per le ristrutturazioni edilizie, spese di viaggio dei funzionari ministeriali, formazione dei lavoratori ecc. L’Italia, invece, sta facendo meglio perché ha ridotto il fabbisogno statale, mentre le entrate tributarie e contributive sono aumentate di 37 miliardi fino a novembre 2023.