L’Italia può vantare una grande produzione farmaceutica che, nel 2022, ha raggiunto il 2% del PIL con oltre 49 miliardi di euro. A sottolineare questo dato sono stati The European House-Ambrosetti con il supporto di Iapg (gruppo aziende farmaceutiche italiane a capitale americano) e EuniPharma (gruppo aziende farmaceutiche italiane a capitale europeo e nipponico) che, nel Libro Bianco hanno anche rilevato come, il totale del fatturato corrisponda ad un valore aggiunto di 10,7 miliardi di euro che sale a 34,4 considerando le forniture die consumi indotti. Gli investimenti complessivi sono pari a 3,3 miliardi di euro di cui 1,4 destinati agli impianti di produzione e 1,9 alla R&S.



Economia Italia: un bacino per l’occupazione femminile e quella altamente qualificata

Oltre il 54% degli occupati del settore inoltre sono laureati, quindi si tratta di forza lavoro altamente qualificata. Il dato supera più del doppio quello del settore industriale che vanta una forza lavoro altamente qualificata del 21%, l’occupazione femminile si attesta al 44% rispetto al 29% della media manifatturiera e raggiungendo il 53% nella R&S. Il settore, che già oggi rappresenta il 2% del Pil, potrebbe generare ulteriore ricchezza e crescita economica se si creasse un environment più favorevole ad aumentare gli investimenti dall’estero e si sostenesse la ricerca e l’innovazione del settore.



Crescita Italia: la farmaceutica leader in produttività

Tra tutti i settori manifatturirieri, quello farmaceutico italiano primeggia per diverse cose: con il 74,4% dell’export ed il 50,4% degli occupati, detiene anche la leadership in termini di produttività con 145 mila euro di valore aggiunto per addetto. I salari invece possono arrivare complessivamente a 79 mila euro per addetto. E’ per questo che il chairman di EuniPharma, si auspica che il governo possa favorire sempre più investimenti nel settore, così da portare l’Italia e le imprese in un contesto globale sempre più competitivo. Nicoletta Luppi, presidente di Iapg ha aggiunto che: “Per aumentare l’attrattività e la competitività dell’Italia a livello internazionale nel settore farmaceutico è urgente definire una nuova governance della spesa farmaceutica”, inoltre “il meccanismo del payback farmaceutico ha rappresentato di fatto negli anni un co-finanziamento della spesa sanitaria pubblica che trasferisce sulle imprese l’onere del surplus di spesa, fissando a priori un tetto che non tiene conto dell’evoluzione dei bisogni di salute e dei trend demografici e dell’innovazione generata dalle aziende”.

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