Da tempo è (tristemente) diffusa questa idea dell’economia italiana perennemente in crisi, ‘fanalino di coda’ di qualsiasi ambito di confronto internazionale, battuta e ribattuta sui giornali, in prima pagina. Eppure, la realtà sembra essere ben diversa da quella raccontata e strenuamente difesa e parla di un Italia che da anni ormai cresce e continua a farlo, al punto da non riuscire solo a competere perfettamente a livello internazionale, ma anche ad aver superato in diversi campi quasi tutti i suoi colleghi del G7.
Questa realtà, quella dell’economia italiana in crescita e sempre più competitiva, è approfonditamente analizzata ed esposta in un report stilato dalla Fondazione Edison per conto del governo in vista della presidenza italiana al G7, citato da Marco Fortis sulle pagine del Foglio. Il cambio di passo per l’Italia sarebbe iniziato, secondo il report, almeno nel 2015 e che non è stato eccessivamente danneggiato neppure dalla pandemia, confermando una super crescita sia nel biennio 2021/22, che nell’appena concluso 2023. L’economia italiana, non a caso, nel 2023 ha segnato numeri migliori delle altre tre maggiori economie europee, ovvero Germania, Regno Unito e Francia.
La crescita dell’economia italiana tra Pil, rapporto debito/Pil e inflazione
Per comprendere la crescita dell’economia italiana l’indicatore migliore è sicuramente il Pil pro capite, che nonostante sia perennemente dipinto come in discesa, è cresciuto (dati Ameco) dal 1964 ad oggi in misura del tutto identica a quella registrata in altri paesi, pari all’1,8% medio annuo. Tra il 2014 e il 2023, inoltre, il Pil italiano è cresciuto in media dell’1,1%, secondo solo nel G7 a quello degli Stati Uniti (1,6%). Meglio ancora, invece, guardando ai quattro anni tra il 2020 e il 2023, dove la crescita del Pil è stata del 4,9% (dietro a USA e Canada), mentre in Germania, Regno Unito e Francia non ha raggiunto neppure l’1%.
Altro indicatore utile a per comprendere la crescita economia italiana è sicuramente il rapporto debito/Pil, dove nuovamente l’Italia è perennemente dipinta come in crisi. Nel 2020, riporta la Fondazione Edison, il rapporto ha raggiunto il suo picco di 154,9%, ma il dato più interessante è che nel 2023 è sceso al 137,3%. Una diminuzione migliore di Spagna (10,5%), Germania (4%) e Francia (2,7%), ma anche delle economicamente stabilissime Danimarca (12,2%), Svezia (10%), Paesi Bassi (8,8%) e Austria (4,8%). Un’ulteriore, forse secondaria, riprova dell’efficienza economia italiana è rappresentata dall’inflazione, che è la più bassa del G7. A fronte di uno 0,8% italiano, infatti, il Giappone non scende sotto il 2,2%, Germania e Canada sotto il 2,9 e, ancora USA e Franca il 3,1 e nel Regno Unito addirittura il 4,3%.
Occupazione ed export da record nel 2023
A dimostrare ulteriormente che l’economia italiana cresce ed è competitiva, c’è anche il riflesso sull’occupazione. Lo scorso anno gli occupati sono saliti a 23,729 milioni, segnando un record storico con una tendenza alla crescita iniziata già nel 2020. Similmente, sono diminuiti in modo significativo i cittadini che si trovano in ‘severa deprivazione materiale e sociale’, ora pari a 2,613 milioni (nel 2017 erano più di 7 milioni), ben inferiori a quelli tedeschi (51, milioni), francesi (5) e spagnoli (3,6).
Non a caso, inoltre, secondo la Fondazione Edison, grazie ad un’economia in crescita, è migliorata anche la situazione italiana dell’export. Ora, infatti, l’Italia è il quinto esportatore mondiale, con una crescita tra il 2015 e il 2023 pari al 48%, migliore di Francia (28), Germania (27) e Giappone (15), ma anche di Stati Uniti (34), Canada (39) e Regno Unito (12). Un export sostenuto dall’eccellenza della manifattura Made in Italy, che negli ultimi anni ha visto importanti investimenti nella cosiddetta industria 4.0. Gli investimenti in macchinari e impianti ha, infatti, salito al 71,% del Pil (davanti a Germania e Stati Uniti, ma dietro al Giappone) ed attualmente l’economia italiana vanta il quarto posto per numero di robot installati nelle industrie (pari a 25.374, dietro solo a Cina, Giappone e Germania).