Vi è una domanda chiave che occorrerebbe porre ai vertici delle nuova Alitalia in chiusura di un trimestre estivo più che positivo: le perdite che l’azienda, per fattori stagionali e il proseguire della crisi internazionale, riporterà inevitabilmente nel quarto trimestre del 2009 e nel primo del 2010 sono sostenibili con l’attuale dotazione di capitale, conferita dai soci al momento della creazione della nuova società?
Mercoledì scorso il Presidente Colaninno e l’Amministratore delegato Sabelli sono stati infatti ascoltati dalla IX Commissione della Camera dei Deputati e hanno giustamente messo in risalto i risultati sinora conseguiti dopo la difficile partenza del gennaio scorso. Hanno in sostanza illustrato la metà piena della bottiglia (che non può essere messa in discussione): sotto il profilo della domanda, della produttività, dei costi (unitari e totali) e del risultato operativo non possono essere negati o sottovalutati i consistenti miglioramenti ottenuti nel secondo trimestre rispetto ad un primo molto problematico e, ancora, nel terzo rispetto ai due precedenti. Si tratta di risultati il cui raggiungimento era tutt’altro che scontato e va dato atto alla nuova gestione di averli ottenuti.
È tuttavia necessario guardare anche alla parte di percorso che manca al completo e durevole risanamento, alla parte vuota della bottiglia. La cordata Cai assomiglia a tutti gli effetti a una cordata alpinistica: nel percorso per la vetta è arrivata a metà strada, ma ora deve dimostrare di saper proseguire perché in caso contrario non potrà rimanere dov’è e le toccherà arrendersi e ridiscendere.
Alla IX Commissione della Camera l’Ing. Sabelli ha dichiarato: «Non ci sarà una ricapitalizzazione, non ne abbiamo bisogno». Certamente non ve ne è necessità ora: nel mese di luglio il load factor effettivo di Alitalia è stato più elevato del load factor che nel primo semestre avrebbe assicurato il pareggio industriale e, considerando che, in genere, il load factor è più elevato in agosto rispetto a luglio, questa caratteristica potrebbe confermarsi per l’intero terzo trimestre. In sostanza, a meno che i costi unitari siano saliti rispetto ai primi sei mesi o i proventi unitari scesi, il pareggio industriale appare un obiettivo raggiungibile nel periodo estivo.
La domanda sulla ricapitalizzazione non va tuttavia posta con riferimento al 30 settembre 2009 ma al 31 marzo 2010, dopo i due trimestri tradizionalmente caratterizzati da bassa domanda stagionale e quest’anno anche dalla crisi generalizzata del trasporto aereo. Ho provato a fare qualche stima sul conto economico di Alitalia in questi due trimestri: per quanto riguarda i costi operativi il vettore ha speso mediamente dalla metà di gennaio a fine giugno 9,2 milioni di euro al giorno. Tale valore, che ovviamente sale se si effettuano più voli quotidiani e se il petrolio aumenta di prezzo e si riduce nei due casi contrari, comporterebbe costi operativi totali per circa 850 milioni nel quarto trimestre 2009 e 830 nel primo trimestre 2010.
Per quanto riguarda i ricavi, occorre in primo luogo effettuare una previsione sui passeggeri: considerando che l’offerta della nuova Alitalia è del 30% inferiore all’offerta congiunta di Alitalia e AirOne nel 2007 (usa il 35% di aerei in meno), si può ipotizzare, come si è peraltro verificato nei mesi estivi, che anche i passeggeri saranno il 30% in meno rispetto alla precedente esperienza delle due aziende (in questa ipotesi il load factor della nuova azienda ritornerebbe in maniera stabile ai livelli di quello effettivo delle due aziende nel 2007, prima sia della crisi di Alitalia che della recessione internazionale).
Avremmo in tale ipotesi 5,3 milioni di viaggiatori tra ottobre e dicembre e 4,8 tra gennaio e marzo. Se i proventi medi per passeggero saranno gli stessi del primo semestre 2008, i ricavi operativi di Alitalia risulteranno pari a 700 milioni di euro nel quarto trimestre 2009 e 630 nel primo trimestre 2010; conseguentemente l’azienda registrerebbe una perdita operativa di 150 milioni nel quarto trimestre 2009 e di altri 200 nel primo trimestre del prossimo anno, per un totale di 350 milioni.
La domanda chiave che i parlamentari della IX Commissione avrebbero potuto rivolgere ai vertici di Alitalia è pertanto la seguente: “Ipotizzando un pareggio operativo nel trimestre estivo, la dotazione di capitale di Alitalia e i mezzi finanziari di cui dispone sono sufficienti ad assorbire perdite operative per circa 350 milioni nei prossimi due trimestri? Vi sono fattori ragionevoli, sinora non presi in considerazione, che possono indurci a prevedere perdite meno consistenti?”.