Alexey Kusch, tra i più influenti e rinomati economisti di Kiev, ha ragionato sulla condizione in cui versa l’economia dell’Ucraina, colpita da una guerra che tra un mese esatto raggiungerà i due anni di combattimenti ininterrotti. Un conflitto per il quale Kiev, fino ad ora, ha ricevuto il supporto economico e militare, almeno dal punto di vista delle forniture, dell’Occidente unito, la cui posizione inizia a tentennare sempre di più negli ultimi mesi.
Ma il problema principale per l’economia ucraina, spiega Kusch, non è tanto “il taglio degli aiuti finanziari”, che per quanto influente non è equiparabile al “crollo demografico. Siamo scesi a dell’1,2% allo 0,7%” e di questo passo ci saranno “7 milioni di cittadini attivi per sostenere i restanti 18 milioni di abitanti”. Questo, inevitabilmente, porterà a spendere “il 90% del budget nel sostegno sociale”. A causa della guerra, infatti, spiega Kusch, l’economia ucraina si trova ad affrontare un “deficit del budget di 40 miliardi di dollari l’anno, il 30% del Pil” al quale occorre aggiungere anche “i 40 miliardi di deficit commerciale” ed attualmente “se ci tagliano gli aiuti l’unica possibilità è stampare grivne, con aumenti di inflazione e svalutazione”.
Il futuro dell’economia ucraina secondo Kusch
Complessivamente, sottolinea ancora l’economista, senza aiuti l’economia ucraina durerà solo fino a “settembre” grazie alle sue riserve, ma poi “l’unica soluzione sarebbe il pilota automatico: concentrare le risorse, autarchia, trasformazione diretta della materia prima agricola”. Servono, nel già complicato periodo di guerra, “programmi di occupazione con garanzie statali e assicurazioni pubbliche per le zone più vicine al conflitto”.
L’economia ucraina, inoltre, rischia secondo Kusch di essere definita, in futuro, dagli alleati, il cui unico interesse è “una rapida stabilizzazione. Conservativa, non dinamica“, attraverso il classico e vecchio modello “grano e cervello: agricoltura, estrazione mineraria e It”, mentre Kiev avrebbe bisogno “dell’opposto: trasformazione delle materie prime come grano, titanio e litio con creazione di cluster come il biotecnologico o il militare-industriale“. L’economia ucraina, insomma, ha bisogno secondo l’economista di un modello che ne permetta la crescita e lo sviluppo, perché “se saranno i nostri partner a scegliere una visione per noi” il disastro sarà inevitabile.