Sono accuse scioccanti quelle che arrivano in questi giorni dal The Economist, prestigioso giornale inglese che in un articolo senza firma ha sostanzialmente accusato la nazionale italiana di razzismo, sostenendo nel frattempo che la vittoria degli azzurri agli ultimi Europei 2020 contro l’Inghilterra abbia giovato pure ai partiti di destra nazionali. Una vera e propria bomba, che lascia perplessi e pure ha portato molti tifosi azzurri a ironizzare sul rancore, la frustrazione e la ben poca sportività degli inglesi, che davvero non hanno preso bene la sconfitta maturata solo pochi giorni fa a Wembley. Ma ironia a parte, le parole utilizzate dai giornalisti del The Economist sono davvero ben gravi: nell’articolo infatti si legge che: “L’aspetto più sorprendente della squadra azzurra è che è l’unica tra le concorrenti che non include un solo giocatore di colore”.



Ma non solo e pure il The Economist, come riportato da IlGiornale continua con : “Circa 5 milioni di persone che parlano italiano come lingua dominante continuano a essere considerate straniere. La grande notte del calcio europeo non è stata un grande momento per il multiculturalismo“. Ma se la notte della finale non è stata una grande festa del multiculturalismo forse è stata per i cori razzisti che provenivano proprio dai tifosi inglesi, più che per “colpa” degli azzurri.



ECONOMIST E L’ACCUSA DI RAZZISMO: IL PRECEDENTE “FRANCESE”

Accuse che davvero ci paiono assurde: se motivate sono state le polemiche intorno alla decisione della nazionale italiana di inginocchiarsi prima delle partite degli Europei 2020 “in solidarietà” con gli avversari, che la squadra di Mancini possa essere definita razzista perchè “non vi è alcun giocatore di colore” è priva di fondamento e pure incorretta. Nell’articolo infatti si ignora la presenza di tre oriundi alla spedizione azzurra a Wembley, tutti brasiliani naturalizzati e dunque Emerson Palmieri, Rafael Toloi e Jorginho, pedine fondamentali nello scacchiere del ct Roberto Mancini (il mediano Chelsea è stato titolare in tutte e sette le partite del torneo europeo). Non dovrebbe poi neanche servire ricordare che pure in anni recenti parecchi giocatori di colore hanno vestito la maglia azzurra, da Balotelli a Ogbonna, fino al più giovane Moise Keane che pure ha sfiorato la convocazione per Euro 2020, mancandola a seguito di prestazioni non eccezionali. Pure va detto che durante questi Europei non è la prima volta che l’Italia viene definita razzista: poche settimane fa erano stati diversi tifosi francesi sui social ha segnalare la mancanza di giocatori neri nella selezione azzurra.



Accuse senza senso e ingiuste, che danneggiano l’immagine degli azzurri come della nazionale e che comunicano più che altro la frustrazione per aver perso all’ultimo torneo. Sentimento di cui gli inglesi hanno già dato ampia e riprovevole prova, non solo fischiando ai nostri giocatori e al nostro inno, ma pure insultando con parole razziste e minacciando i calcatori di Southgate come Rashford e Saka che nella finalissima a Wembley lo scorso 11 luglio avevano sbaglio i calci di rigore finale.