“Di una cosa siamo certi, della libertà individuale“. E’ quanto si legge in una lettera inviata dai vertici di EcorNaturaSì, l’azienda di San Vendemiano che produce prodotti biologici e biodinamici, indirizzata ai propri dipendenti. Oggetto della missiva: la decisione del governo di rendere il Green pass obbligatorio sul posto di lavoro. Così, è la domanda, chi paga i tamponi per i non vaccinati? EcorNaturaSì fa sapere di non voler come azienda prendere “posizione in questa Babilonia di voci assordanti e contraddittorie, ove è molto difficile distinguere la verità dalla menzogna, la realtà dalla semplice opinione“. Da qui, spiega il presidente Fabio Brescacin, firmatario della lettera, “come azienda, quindi, abbiamo deciso, nel rispetto della libertà di ognuno e per evitare discriminazioni nell’ambito del lavoro, di permettere a tutti di svolgere regolarmente i propri compiti in azienda. Per chi quindi ha deciso, con coscienza e responsabilità, di non vaccinarsi, provvederemo a contribuire al costo dei tamponi richiesti dalla legge (fino al termine dello stato di emergenza fissato al 31/12) per esercitare il proprio compito lavorativo, a meno che lo Stato non provveda alla spesa come fa i per i vaccini“.
EcorNaturaSì paga i tamponi ai dipendenti non vaccinati
Ecco spiegato dunque quel richiamo alla “libertà individuale” all’inizio della missiva, con EcorNaturaSì che fa sapere di cercare di “difenderla con tutte le nostre forze, per non entrare nel meccanismo di lotta e di divisione tra le persone che questa situazione sta innescando. Siamo in un’epoca in cui ogni persona ha la possibilità e il dovere di decidere della propria vita e della propria responsabilità nei confronti di sé stesso, della natura e della comunità umana. Oggi più che mai c’è la possibilità di conoscere e conseguentemente di fare scelte coerenti e consapevoli“, scrive Brescacin. Poi la richiesta: “Chiediamo in azienda discrezione e rispetto per qualsiasi scelta ogni persona in libertà si senta di fare e vorremmo fosse impegno di ognuno di evitare di entrare in un meccanismo di giudizio, discriminazione, tanto più di lotta, che è uno dei problemi maggiori che sta innescando questo virus nei rapporti tra le persone, oltre che occupare le nostre coscienze che dovrebbero essere impegnate su compiti e pensieri ben più fecondi per l’umanità che non essere presi da sentimenti di conflitto e paura tra le persone“.