EDDA COSTABILE E MARIA IDA ATTANASIO, IL DUPLICE OMICIDIO A COSE NOSTRE
Non c’era una connotazione mafiosa nel duplice omicidio di Edda Costabile e Maria Ida Attanasio, ma comunque nacque nella mentalità criminale della ‘ndrangheta. Una vicenda di sangue che rigettò nello sconforto e nella paura San Lorenzo del Vallo, paesino in provincia di Cosenza, dopo la strage di 5 anni prima in cui morirono Rosellina Indrieri e Barbara De Marco, anche loro mamma e figlia.
I due casi sono accomunati dal movente, la vendetta: le vittime del duplice omicidio che prendiamo qui in esame erano mamma e sorella di Franco Attanasio, un immobiliarista che aveva confessato l’omicidio del socio in affari Damiano Galizia, che aveva legami a livello familiare con alcuni uomini che facevano parte del clan Presta.
Le due donne furono uccise in pieno giorno al cimitero da Luigi Galizia, fratello di Damiano. Ma il killer non è stato assicurato alla giustizia subito, infatti è stato arrestato solo nel giugno scorso, dopo un periodo di latitanza, con una condanna definitiva all’ergastolo che pende su di lui.
UNA BRUTALE RITORSIONE IN PIENO GIORNO
Edda Costabile, che aveva 77 anni, venne uccisa con 7 colpi di pistola che la raggiunsero al torace e al viso, mentre la figlia 52enne Maria Ida Attanasio fu colpita da tre pallottole alla nuca e alle spalle. Le due donne si erano recate al cimitero in visita ai loro cari defunti: l’anziana madre venne giustiziata subito a colpi di pistola, mentre la figlia dopo un breve inseguimento tra le tombe.
La mattanza venne compiuta a volto scoperto (infatti il killer e il suo fiancheggiatore furono visti da decine di persone), con l’obiettivo di “sfregiare” le vittime designate, le quali dal canto loro non potevano certo aspettarsi di essere a rischio, visto che erano sempre rimaste lontane da ambienti pericolosi.
Sono state vittime di una ritorsione perché Franco Attanasio aveva ucciso Damiano Galizia perché gli doveva una importante somma di denaro. Il duplice omicidio sorprese perché la criminalità organizzata non aveva interessi ad attirare l’attenzione della magistratura su San Lorenzo del Vallo dopo la strage del 2011.