Eddie Vedder, annoverato fra gli esponenti più rappresentativi del movimento grunge, ha recentemente espresso il suo pensiero su come il successo conseguente alla pubblicazione del disco “Ten” (con i Pearl Jam) ha quasi distrutto la band. Ne ha parlato in un’intervista rilasciata a Classic Rock insieme al chitarrista Mike McCready. A trent’anni di distanza da quel primo album che gli ha permesso di affermarsi all’interno del panorama rock anni Novanta, Vedder ha rivelato oggi: “Sentivo che con l’aumento di popolarità saremmo stati schiacciati, le nostre teste sarebbero saltate in aria come uva“.

A partire dal 1991, grazie anche al notevole riscontro che avevano ottenuto i Nirvana, i riflettori iniziarono ad accendersi su tutta la scena di Seattle e tutti i suoi protagonisti, tra cui i Pearl Jam. I membri della band inoltre, ad un certo punto, decisero addirittura di smettere di realizzare videoclip e di limitare l’esposizione mediatica o altre attività promozionali. Eddie Vedder ha spiegato che è stata una scelta “per uscirne vivo“, l’unico obiettivo in quel momento era tenersi stretti l’un l’altro rimanendo ancorati solo alla musica.

Mike McCready: “Era un momento opprimente per i Pearl Jam”

Ad intervenire durante l’intervista per Classic Rock è stato anche Mike McCready, noto per essere il chitarrista solista dei Pearl Jam, che ha proseguito nel racconto di Vedder dicendo: “La decisione di ritirarsi, non fare più video e di rilasciare meno interviste riguardava Eddie, Jeff e Stone, che pensavano fosse necessario. Eddie era quello più sotto la lente di ingrandimento di chiunque altro, probabilmente era qualcosa di opprimente per lui. Lo era per tutti noi in quel momento”.

McCready ha spiegato anche che lui non voleva il ritiro e cercava di convincere i colleghi dicendo che quello che stavano facendo era il loro sogno sin da bambini. “Dicevo di continuare a farlo” ma gli altri non erano d’accordo, anzi, credevano che continuando sarebbe andato tutto in pezzi, “oggi penso che avessero ragione”. Il chitarrista non nasconde il fatto che, secondo lui, se sono ancora in giro è grazie a quella prima importante decisione di fare a modo loro andando contro ciò che proponeva la casa discografica.