Un edema polmonare acuto alla base della morte di Diego Armando Maradona. L’autopsia preliminare eseguita nella serata di ieri sul corpo del campione ha evidenziato un’insufficienza cardiaca acuita, con cardiomiopatia dilatativa. A causarla un accumulo di fluidi nei polmoni. L’edema polmonare è, infatti, una condizione causata proprio da un eccesso di liquidi nei polmoni. Quando si accumulano all’interno degli alveoli, che sono le strutture in cui si verificano gli scambi di ossigeno tra aria e sangue, causano problemi respiratori. In questo caso è necessario un intervento immediato per evitare gravi conseguenze. Se non trattato, l’edema polmonare causa aumento della pressione nell’arteria polmonare e talvolta una sofferenza del ventricolo destro del cuore. Ciò si ripercuote sull’atrio destro e su diverse parti del corpo, portando a gonfiori addominali e a livello delle gambe. Nella maggior parte dei casi, l’edema polmonare è provocato da problemi al cuore, come malattie coronariche, cardiomiopatie, problemi alle valvole cardiache e ipertensione.
EDEMA POLMONARE: SINTOMI E CURE
L’edema polmonare, una delle cause della morte di Maradona, può manifestarsi all’improvviso con respiro molto corto, difficoltà respiratorie che si aggravano sdraiandosi, senso di soffocamento, rantoli o sibili, ansia, preoccupazione, sudorazione eccessiva, tosse, cute pallida, palpitazioni e talvolta dolore al petto. Quando è cronico, tra i sintomi ci sono mancanza di respiro e difficoltà respiratorie quando si pratica attività fisica, sibili, risvegli per mancanza di fiato, perdita di appetito, gambe o caviglie gonfie, stanchezza e rapido aumento di peso, in caso di insufficienza cardiaca. Prevenirlo è difficile, ma possiamo ridurne le probabilità tramite uno stile di vita volto alla prevenzione delle malattie cardiovascolari. Serve una visita medica e una radiografia al torace per arrivare alla diagnosi. Ma talvolta è importante anche la valutazione dei livelli di ossigeno, anidride carbonica nel sangue e la concentrazione di peptide natriuretico di tipo B, che potrebbe indicare la presenza di problemi cardiaci. Molteplici gli esami che si possono eseguire, mentre il trattamento immediato consiste nella somministrazione di ossigeno o la ventilazione assistita in alcuni casi. In base al caso specifico, i medici possono somministrare farmaci per la riduzione del precarico e del postcarico, morfina per ridurre ansia e affanno, antipertensivi.