«C’è, ed è grande l’antisemitismo di sinistra». Edith Bruck torna a parlarne dopo le dichiarazioni a LaPresse che hanno fatto discutere. La scrittrice, sopravvissuta alla Shoah e impegnata in molte battaglie civili, continua a definirsi una donna di sinistra, ma ai microfoni di Libero ammette: «La sinistra però è stata sempre filopalestinese. E permeabile all’antisemitismo. Non credo per ragioni ideologiche. Io credo per superficialità». D’altra parte, riconosce di non sapere più ormai cosa sia la sinistra. «Non so più cosa sia, non so se ancora esista». A proposito del tema immigrazione, ribadisce di essere stata sempre aperta all’accoglienza di chi scappa dalla fame e dalla guerra. «Poi però ci siamo accorti che tra i profughi possono esserci dei terroristi, e poi abbiamo visto montare questa ondata di antisemitismo».



La questione religiosa c’entra eccome per Edith Bruck: «Dicono sempre così: ebrei ebrei ebrei, non è che dicono israeliani. Anche se io non vorrei certo che incitassero a uccidere gli israeliani, per carità. Però loro dicono che tutti gli ebrei del mondo devono morire». Per la scrittrice «c’è un’ondata pazzesca» di antisemitismo, non solo in Europa, ma pure in Italia. «Se non ci siamo riusciti in 2000 anni lei pensa che lo fermeremo adesso? Io non credo». Il mondo della cultura prova a far qualcosa, «tenta anche il Papa: si tenta, si tenta ma non c’è via d’uscita».



EDITH BRUCK “MIGRANTI? ARRIVANO TROPPI ANTISEMITI”

Il problema, però, non è la politica dell’accoglienza: va controllata secondo Edith Bruck. «E invece non è controllata, forse non è controllabile. Se fosse controllabile veramente allora potremmo accogliere tutti. Siamo esseri umani. E dobbiamo essere solidali e accoglienti». Peraltro, la linea del governo attuale è proprio quella dell’accoglienza controllata. «Eh, sì. Dobbiamo sapere chi sono, da dove vengono, cosa pensano: non sappiamo niente di loro», conferma a Libero. Chiunque scappa va salvato, ma bisogna capire chi sono per la scrittrice: «Mi preoccupa che arrivino moltissimi migranti, saranno molti più gli antisemiti. Gli arabi sono antisemiti. Hanno preso l’antisemitismo europeo, lo hanno sviluppato. Lo vede? Usano lo stesso linguaggio che usavano i nazisti».



Quell’attacco di Hamas del 7 ottobre le ha ricordato proprio il 1943, un dolore che si porta dietro, anzi dentro. «L’ho spiegato anche al Papa. Il mio perdono sta in tutto quello che ho fatto nella vita dal momento nel quale sono uscita dai campi. Sono uscita senza odio, non so cosa sia il sentimento dell’odio. Niente rivalsa, non ho mai denunciato nessuno». Anzi, uscite dal campo, lei e sua sorella hanno anche aiutato quattro fascisti ungheresi che chiesero loro aiuto. Bruck parla anche del ruolo che può avere l’Italia: «C’è un pezzo d’Italia che manifesta per strada a difesa dei palestinesi. Hanno scoperto i palestinesi. Io non ho visto nessuno manifestare mentre ci deportavano. Ora invece hanno scoperto i palestinesi». La verità per la scrittrice è che «in 75 anni israeliani e palestinesi non sono riusciti a firmare e a fidarsi l’uno dell’altro».