Edith Bruck e l’incontro con Papa Francesco protagonisti a Oggi è un altro giorno. La celebre scrittrice ha dialogato con Serena Bortone a proposito dell’incontro con il pontefice: “Sono felice di quella bambina che è rimasta dentro di me e c’è un bambino anche dentro Papa Francesco. Ci siamo incontrati come due umanità che si incontrano, una cosa molto bella. La mia infanzia si è fermata a causa dei nazifascisti, ma ora ogni tanto regredisco all’infanzia. Ora c’è una felicità diversa”.



Edith Bruck ha parlato dei contenuti del dialogo con Papa Francesco, dalla tragedia degli ebrei a causa del nazifascismo alla guerra in corso in Ucraina: “Abbiamo parlato anche della guerra in Ucraina. Siamo più vicini, è come se ci conoscessimo da sempre. Vederlo ogni volta è una grande gioia, la stessa cosa per lui”. “Io appena lo vedo regredisco all’infanzia, non so perchè”. (Aggiornamento di MB)



Edith Bruck chi è: biografia e carriera

Edith Bruck è una scrittrice ungherese, sopravvissuta alla Shoah, che sarà ospite di Oggi è un altro giorno condotto da Serena Bortone. Nonostante la sua importanza storica e culturale per la comunità, non si conosce del tutto questa autrice.

Edith Bruck nasce in Ungheria nel 1931 da una famiglia ebrea molto numerosa, lei è infatti l’ultima di sei figli. La sua infanzia sarà colma di dolore a causa del terribile periodo storico che ha vissuto. Nel 1944 verrà deportata insieme ai suoi cari ad Auschwitz ma verrà liberata, insieme alla sorella, nell’aprile dell’anno successivo. Nel 1948 si è trasferita in Israele dove ha cercato la sua famiglia senza successo. In quel periodo si è anche sposata con il poeta Nelo Risi, morto nel 2015. Nel ’54 la scrittrice ha deciso di trasferirsi a Roma dove vive tutt’ora. La sua carriera ha inizio nel 1959 con il libro Chi ti ama così, per poi proseguire con l’opera teatrale Sulla porta. Edith Bruck ha anche ricevuto una laura honoris causa in informazione, editoria e giornalismo preso l’Università degli Studi di Roma. L’autrice ha deciso di scrivere in italiano, lingua non sua, per avere quel distacco storico che le occorre per raccontare una pagina nera della storia dell’umanità: l’Olocausto.

Edith Bruck e la sua devozione alla memoria: “Auschwitz è stata la mia università”

Edith Bruck ha dedicato la sua vita e i suoi scritti al ricordo della tragedia dell’Olocausto, affinchè tutti potessero ricordare quelle atrocità e fare in modo che non si ripetano. La scrittrice, in occasione della serata “Passaggi di Memoria”  al teatro Palladium ha parlato molto di Auschwitz.

Come riporta Repubblica, Edith Bruck ha dichiarato: “Auschwitz è stata la mia università. La conservazione delle esperienze è vita. Scrivo dal 1946, non posso mai tacere. All’inizio era una terapia, dovevo gridare. Qualcosa di disumano resta nel cuore e nel corpo, e condiziona ogni giorno. Non sarà una circostanza eccezionale nelle scuole io affronto centinaia di ragazzi riferendo di come noi detenute dei tedeschi subivamo marce della morte e d’inverno, sotto la neve, di mille donne restavamo in venti trasferite riportate nel campo di partenza pieno di piramidi di cadaveri e scheletri di uomini. Prima di spirare, un ebreo mi disse: “Racconta anche per noi“.