Nel ricordo del caro amico Lorenzo Mazzoni, che ci ha lasciati all’inizio di febbraio, possiamo riproporre questi tre verbi – Esplorare Scoprire Comunicare – come caratterizzanti della fisionomia non solo di scienziati e ricercatori, ma anche di chi è impegnato nel delicato ma quanto mai prezioso lavoro di insegnante nell’ambito delle discipline scientifiche.
Come Lorenzo ci ha testimoniato in tutta la sua vita, non si può giustapporre o separare la passione per la disciplina – la fisica, nel caso di Lorenzo, coltivata con serietà e rigore – dalla tensione educativa che pone l’insegnante come guida autorevole e compagno di viaggio in un’entusiasmante avventura conoscitiva. L’insegnante non come stanco ripetitore di un sapere cristallizzato ma curioso esploratore della realtà, interessato per primo a scoprire o a riscoprire le leggi che governano e spiegano i fenomeni naturali; e desideroso di comunicare le sue scoperte cercando le modalità più adeguate per mostrare in tutta la sua ricchezza e armonia il grande spettacolo della Natura e suscitare il senso di meraviglia e di sorpresa di fronte a tutto, dal minimo dettaglio osservato direttamente al poderoso evento ricostruito mediante i modelli cosmologici. Con una rinnovata e aggiornata attenzione alle novità provenienti dal mondo della ricerca e con l’utilizzo di tutte le risorse e di tutti gli strumenti disponibili compresi i più innovativi e tecnologicamente avanzati.
I percorsi didattici che Lorenzo ha proposto e raccontato in alcuni suoi contributi su Emmeciquadro – e che abbiamo ripercorso in un apposito articolo – documentano tale approccio all’insegnamento scientifico: non tanto una preoccupazione comunicativa per catturare l’interesse degli studenti, e neppure la semplice fiducia nelle tecniche didattiche più aggiornate scaricando su di esse tutta l’aspettativa del successo educativo, quasi che l’efficacia degli strumenti possa sostituire quella della relazione maestro-allievo.
Alla base di un insegnamento delle discipline scientifiche che non si riduca a puro addestramento o a pallida imitazione della più brillante divulgazione televisiva o web ci deve essere – come ci ha testimoniato Lorenzo – una continua ricerca personale; animata e sorretta dal gusto di scoprire le domande decisive che aprono nuove piste di indagine, i nodi fondamentali sui quali si articolano le teorie, i passaggi rilevanti dei vari cammini conoscitivi. Come pure con un’attenzione rivolta alla storia delle scienze, nell’impegno a cogliere i momenti cruciali, le svolte significative, i salti concettuali; e dietro a tutto ciò gli uomini e le donne che hanno esplorato aspetti intriganti del comportamento della Natura, che hanno scoperto frammenti di verità, che hanno comunicato le loro conquiste conoscitive perché diventassero di tutti.
Sono nati così gli approfondimenti storici, costruiti a partire da una documentata ricognizione sulle fonti ma riorganizzati pensando a un possibile utilizzo a livello didattico sia nell’ambito delle singole discipline sia in contesti interdisciplinari. È lo stesso approccio col quale, anche in questo numero, presentiamo alcune ricerche destinate a diventare «storiche»: come l’esperimento Borexino che ha portato alla scoperta dei meccanismi che fanno brillare il Sole e le stelle; o come quelle premiate con i Nobel 2024 che hanno spalancato il mondo dei microRNA (Nobel medicina) e hanno portato alla ribalta l’Intelligenza Artificiale, nelle sue premesse teoriche (Nobel fisica) e nelle sue promesse – accanto alle preoccupazioni – applicative (Nobel chimica).
Mario Gargantini
(Direttore di Emmeciquadro)