Edoardo Bennato tra gli ospiti della nuova puntata di “Techetechetè“, il programma cult di Rai1. Il cantautore napoletano è ancora oggi sulla cresta dell’onda e alcune delle sue canzoni sono diventate dei classici della musica italiana e contemporanea. Intervistato da Il Giornale, il cantautore ha precisato: “la musica leggera è rassicurante, serve a distrarsi, a divagare… il rock invece si nutre degli scompensi, dei problemi sociali, degli eterni paradossi di un’umanità in costante e progressivo subbuglio. Invita a riflettere, destabilizza, trasmettendo comunque positività”. Di questi tempi però, Bennato non nasconde che causa Covid-19 in Italia le disuguaglianze e le ingiustizie non solo non sono scomparse, anzi si sono perfino aggravate.
La colpa? Proprio Bennato ha detto: “il covid è un problema ovvio, che prima o poi sconfiggeremo. Ma le difficoltà e le insidie di oggi arrivano da lontano. Il risultato è un’Italia confusa, maltrattata, aberrante. È l’Italia della caccia alle streghe, della Santa Inquisizione…”. Non solo, il cantante senza girarci troppo intorno ha aggiunto: “i nostri politicanti per i quali non ho nessun rispetto. Grande rispetto invece verso il gommista, l’elettrauto, l’idraulico… quelli che davvero mandano avanti il nostro paese”.
Edoardo Bennato e l’amore per Napoli: “È schizofrenica come le mie canzoni”
Edoardo Bennato parlando di disuguaglianze ha però precisato come si tratti di un problema non sono italiano: “per capirle meglio bisogna prendere come parametro di riferimento la latitudine. Tutto dipende da quello. A Vancouver si vive benissimo, mentre Lagos è una polveriera pronta a esplodere”. Tutto dipende da chi è al potere secondo il cantautore de “L’isola che non c’è”: “coloro che vengono votati, al nord sono poi costantemente controllati dai rappresentati, ma più si scende di latitudine e più questo non avviene. Io però da uomo del sud difendo il sud con convinzione, senza retorica. Cerco di analizzare il motivo per cui due figli della stessa razza – perché esiste un’unica razza, chiariamo – in Canada e in Nigeria debbano vivere in maniera così diversa”.
Impossibile poi non parlare di Napoli, la città del suo cuore: “è la piattaforma da cui sono partito, è la città più bella del mondo. È schizofrenica come la mia musica. Nel ’92 pensai di dedicarle un film e un album intero, ‘Joe e suo nonno’, con Renzo Arbore, Lino Banfi e Peppe Lanzetta. È la regina delle contraddizioni”.