Momento particolarmente propizio per Edoardo Leo. Dopo la televisione con “Ognuno è perfetto” su Rai1, c’è anche il cinema con “La Dea fortuna”, il nuovo lavoro di Ferzan Ozpetek che lo vede protagonista al fianco di Stefano Accorsi. E se per il secondo lavorare con il regista è un piacevole ritorno a casa, Leo svela che l’appuntamento con Ferzan arriva a quasi vent’anni di distanza dal loro primo contatto: “Nel 2000 recitavo a teatro. Venne a vedermi e mi diede un biglietto da visita. “Sei molto bravo, mi piacerebbe parlarti, chiamami presto”. Un po’ per carattere e un po’ per timidezza, non mi azzardai. Da sempre penso che esista un momento giusto in cui le cose devono accadere”. Nell’interpretare l’idraulico Alessandro, racconta: “la sfida più difficile era legare una figura archetipica, legata nell’immaginario popolare alle barzellette più viete sulla seduzione femminile e alle commedie sexy degli anni ’70, a un uomo che ha fatto una scelta diversa. Per trovare la chiave giusta mi sono affidato a Ferzan. Ho chiesto consiglio a lui”.



Edoardo Leo, una carriera divisa tra cinema e televisione

Edoardo Leo, ha parlato anche della sua esperienza professionale e umana con “Ognuno è perfetto”, serie televisiva di Rai1. “Il fattore umano è stato determinante per farmi accettare questo progetto. – ha svelato raggiunto da Blogo – Non ho pensato alla carriera, volevo fare un’esperienza come uomo. Abbiamo fatto un'”immersione” reale: non si è trattato di lavorare 2-3 giorni con ragazzi con disabilità ma di fare 4 mesi di viaggio, sui monti della Serbia, in Croazia e in Albania… Ho voluto farlo per me e sono contento di averlo fatto. Al di là dei risultati che farà la fiction, come uomo, ho fatto tutto quello che dovevo fare”. L’attore ha poi svelato di non avere particolari difficoltà nell’interpretare il suo nuovo personaggio: “L’unica cosa che andava fatta era dimenticarsi di lavorare con ragazzi con la Sindrome di Down ma trattarli da colleghi. Ho cercato di immergermi in quella che è la vita di un padre di un ragazzo con la Sindrome, ho fatto i miei studi, le mie ricerche… Ma sul set, ho buttato via tutto perché bastava guardarci con Gabriele: io ho dovuto imparare a volergli bene mentre lui, invece, già me ne voleva. E’ stato incredibile”.

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