“Gigi Proietti mi diceva che facevo le foto da figo, mi diceva di lasciare perdere. Mi disse che facevo ridere e ci rimasi anche un po’ male. Io avrei voluto fare Romeo… Il mio riferimento era Manfredi. Io non credevo di avere le corde della commedia, ma poi ho scoperto che Gigi aveva ragione. Ho iniziato a interpretare una serie di antieroi, che in realtà sono più interessanti degli eroi”: così Edoardo Leo a Oggi è un altro giorno.
Il celebre attore ha parlato della sua carriera e dei suoi maestri, a partire dal “supereroe” Nino Manfredi: “Ho avuto la fortuna di lavorare con Nino, ma devo dire che ho avuto la fortuna di lavorare con quelli che erano i miei idoli: Manfredi, Proietti, Scola… Io guardavo Nino come un’opera d’arte. Questi incontri mi hanno formato, mi sono serviti tanto per imparare. La cosa straordinaria è che erano attori raffinatissimi, molto preparati ma che riuscivano a mantenere un contatto forte con le radici popolari”.
EDOARDO LEO TRA CARRIERA E VITA PRIVATA
“I miei genitori non erano contenti che io volessi fare l’attore”, ha rivelato Edoardo Leo nel corso del lungo dialogo con Serena Bortone. L’incontro folgorante arrivò alle scuole superiori, grazie a un professore appassionatissimo del suo lavoro. Ma la cultura del lavoro è sempre stata solida in famiglia: “Me la sono portata dietro anche nel campo artistico. Quando non giro, ho un ufficio dove vado a scrivere e fare altre cose”.
Edoardo Leo ha poi parlato del suo successo, arrivato attorno ai 40 anni dopo una lunga gavetta: “La frustrazione c’è sempre, c’è ancora adesso. La frustrazione è un motore e può essere molto forte. Quando facevo piccole cose in televisione, ho cominciato a fare cinema, poi ho fatto il regista e vorrei fare altre cose. Io ho fatto il mio esordio alla regia per frustrazione: nessuno voleva dirigere quel film e l’ho diretto io”.