Attore, regista, drammaturgo, scrittore ma anche filosofo e poeta: Eduardo De Filippo è una delle icone della cultura italiana, un simbolo del Novecento e di tutta Napoli. L’artista partenopeo ha scritto e portato in scena alcune tra le opere teatrali più amate in tutto il mondo, senza dimenticare i tanti attori lanciati sui grandi palcoscenici. Tra questi spunta anche Vincenzo Salemme, napoletano come lui: «Eduardo è stato la mia fortuna», ha affermato il commediografo in una recente intervista a Il Giornale. I due si conobbero nel 1977 a Roma e, dopo il debutto con la compagnia teatrale di Tato Russo, Salemme entrò a far parte della compagnia di Eduardo e partecipò a Quei figuri di tanti anni fa’, Il cilindro, Il contratto e Il sindaco del rione Sanità. La collaborazione andò avanti fino al 1984, anno della morte di De Filippo, e proseguì con il figlio, Luca De Filippo, fino al 1992.
EDUARDO DE FILIPPO, LA “FORTUNA” DI VINCENZO SALEMME
Nella lunga intervista rilasciata a Il Giornale, Vincenzo Salemme parlò dei suoi esordi nella recitazione e sulla reazione dei suoi genitori: «La mia fortuna è stata Eduardo De Filippo, perché se non avessi iniziato con lui, per un genitore sarebbe stato difficile accettare un futuro incerto per il proprio figlio. Il fatto che io a 19 anni fossi già entrato nella compagnia di Eduardo è stato per loro un motivo di grande orgoglio: era un mestiere sì precario, ma col migliore uomo di teatro del Novecento». Non mancano gli episodi “particolari”: «Stavamo provando a casa sua “Tre atti unici” e, non so come (pur essendo io un tipo molto disciplinato, sono anche molto distratto), il terzo giorno di prove scordai il copione a casa. Quando arrivai lì, davanti a tutti quei grandi attori, dissi che avevo dimenticato il copione e tutti si misero un po’ a sfottermi, ero l’ultimo arrivato in quella grande compagnia e mi “schifavano”. «E adesso come fai?»».
EDUARDO DE FILIPPO, IL RAPPORTO CON VINCENZO SALEMME
Vincenzo Salemme ha proseguito il suo racconto: «Ora, dovete sapere che c’è un metodo nella recitazione, che è quello “del suggeritore”, un metodo antichissimo, ma io, allora diciannovenne, ne avevo solo sentito parlare. Arriva il mio momento e…silenzio. Il “Direttore” mi fa: «Guagliò…non vuoi parlare?». E io gli dissi: «Veramente, avevo pensato di usare il Vostro metodo, di andare ‘a suggeritore’» e lui di rimando: «Ah, ti sei scordato il copione! Il copione non serve a niente, il ragazzo può fare ‘a suggeritore’!». E da allora vado ‘a suggeritore’». Come dicevamo, il rapporto con la compagnia De Filippo continuò anche dopo la morte di Eduardo: «Sì, Eduardo si è ritirato nel 1981 e ha fondato la Compagnia di Luca De Filippo, nella quale sono entrato: fui l’unico a passare nella compagnia di suo figlio. Sono rimasto con Luca fino al 1992».