Eduardo Scarpetta a tutto tondo nella lunga intervista rilasciata a Oggi è un altro giorno. L’attore si è ovviamente soffermato sull’esperienza nei panni di Renato Carosone: «Ho avuto una gioia immensa, non nascondo che quando ho fatto il provino c’era una somiglianza, quindi ci speravo e mi immaginavo già con i capelli col gel. E’ stata una grandissima emozione anche per la preparazione, mi sono messo a studiare canto e pianoforte».



«L’originalità di Carosone era quella di unire alla napoletanità che aveva intorno delle musiche straordinarie, entrando nell’eternità», ha aggiunto Eduardo Scarpetta: «Ci sono dei momenti nel film in cui ci sono io che suono il pianoforte. E io non avevo mai messo mano su uno strumento». Poi sull’addio alle scene dell’artista: «Lui era arrivato al massimo, prima della discesa decise di andarsene. Aveva tanta roba in testa. Lui girava il mondo negli anni Cinquanta e non era come girare il mondo oggi, curava meno gli affetti e la famiglia. Oggi parti e vai, c’è il volo, a quei tempi era tutto diverso». (Aggiornamento di MB)



Eduardo Scarpetta a Oggi è un altro giorno

Eduardo Scarpetta, nei panni di Renato Carosone, è pronto a conquistare il pubblico di Raiuno. Prima della messa in onda del film “Carosello Carosone”, Eduardo Scarpetta si racconta ai microfoni di Oggi è un altro giorno svelando di essersi calato totalmente nel ruolo studiando sia la vita privata di Renato che quella artistica. Un genio della musica in tutte le sue forme, il giovane attore ammette di essere estremamente orgoglioso del ruolo che gli è stato affidato. “Ho avuto una gioia immensa e non ti nascondo che quando ho fatto il provino ci speravo soprattutto vedendo le foto di Renato Carosone da giovane c’era una somiglianza fisica. Ho studiato canto e pianoforte. Lui ha vissuto nove anni in Africa ed è una cosa che non sapevo. Non sapevo neanche che avesse riconosciuto Pino che, in realtà, non era figlio suo”, ammette Scarpetta che ha conosciuto ancora meglio soprattutto l’uomo Renato. “Non avevo mai studiato pianoforte, ma recitando, ho suonato anch’io”, svela Eduardo che ha già visto il film tre volte ammettendo di essersi piaciuto (aggiornamento di Stella Dibenedetto).

Eduardo Scarpetta: “Renato Carosone è sempre stato un esempio di generosità”

Eduardo Scarpetta presta il volto al grandissimo Renato Carosone nel film per la tv “Carosone Carosello” in onda giovedì 18 marzo 2021  in esclusiva in prima serata su Rai1. Un film omaggio, diretto da Lucio Pellegrini, in occasione del centenario della nascita del grandissimo cantautore, pianista, direttore d’orchestra e compositore di canzoni come “Torero”, “Tu vuò fà l’americano”, “‘O sarracino” e “Pigliate ‘na pastiglia”. Ad interpretare sul piccolo schermo uno dei miti della musica italiana è il giovanissimo attore Eduardo Scarpetta, figlio dell’attore Mario e pronipote di Eduardo Scarpetta e Eduardo De Filippo che per interpretare Carosone ha detto: “per il ruolo mi sono messo a studiare canto grazie a Ciro Caravano, mio ex insegnante del Centro Sperimentale, il quale si è rivelato un grande aiuto per poter affrontare canzoni come quelle che Carosone cantava, in quanto non sono un cantante”. Dalle pagine di Ansa.it, l’attore napoletano ha poi aggiunto: “Carosone è sempre stato un raro esempio di artista generoso e altruista, caratteristica che me lo ha fatto amare, non è un caso che lascia tutto nelle mani del suo grande amico fraterno Gegè Di Giacomo”.

Eduardo Scarpetta: “Carosone è una leggenda, un mito”

Eduardo Scarpetta dopo essersi fatto apprezzare e conoscere nella serie cult “L’amica geniale”, torna in tv per interpretare Renato Carosone nel film tv “Carosone Carosello”. Parlando proprio di Renato Carosone, il pronipote di Eduardo Scarpetta e Eduardo De Filippo ha dichiarato: “lui è una leggenda, un mito. È la storia della sua vita. Ma il film è un omaggio molto musicale ad un artista eterno, geniale”. Parlando proprio del film tv, Scarpetta ha anticipato come sarà ricordato il grandissimo interprete di Maruzzella: “dai 17 anni di Carosone quando si diploma a Napoli in pianoforte al conservatorio di San Pietro a Majella, fino ai 39, con il ritiro dalle scene. Lui si è reso conto di essere arrivato al massimo. Ne faccio anche un discorso filosofico: quando ha intuito che sarebbe arrivato il rock ‘n roll a mio parere ha pensato di fare un passo indietro. Oggi invece è immortale, molti, caso unico, cantano a memoria le sue canzoni e non conoscono il nome”.