L’attacco di Paola Mastrocola, scrittrice e insegnante fino a 5 anni fa, dalle colonne de La Stampa contro l’ultima proposta della Ministra Azzolina è ancora più profondo delle pur legittime ultime critiche mosse sulla Dad e la mancanza di un piano strutturale per la riapertura delle scuole a settembre: la scelta del Governo di rendere obbligatoria da settembre l’educazione civica in tutti gli ordini di classi sta facendo discutere e non poco, specie davanti alla mancanza di una visione comune sul tema ben più importante della sicurezza a ripartenza del mondo scuola. Questo dice con ogni probabilità che la scelta del Miur a guida Azzolina sul tema futuro dello studio sulla Costituzione ha radici e obiettivi ben più profondi, come svela benissimo la Mastrocola nel suo durissimo affondo «principi della Costituzione italiana, l’educazione ambientale, la tutela del patrimonio e del territorio, i principi di protezione civile, l’educazione alla salute, l’uso corretto dei social media e della navigazione in rete», il tutto insegnato fin dall’età di 3 anni nella scuola di infanzia. Tutto ciò, scrive l’autrice è non solo triste ma profondamente inaccettabile.



LA SCUOLA E LA LIBERTÀ (NEGATA)

«Ci vogliano pilotare, programmare, indottrinare fin dalla più tenera età. Altro che agevolare la nascita di un pensiero critico! Desiderano fare di noi, quasi appena nati, dei soldatini obbedienti al sistema, asserviti all’ideologia dominante», attacca ancora la Mastrocola. Un’ideologia ben più subdola e politicamente corretta rispetto a quelle più violente del passato: «un misto di pensiero green, politicamente corretto e idolatria digitale» per poter creare quella “democrazia digitale” per cui saremo liberi e sani come vuole la “libertà dei buoni” avrebbe detto l’indimenticato Giorgio Gaber. Per l’ex insegnante un altro pensiero tragico che emerge dalla norma sull’educazione civica obbligatoria riguarda la totale assenza di conoscenza: «la scuola si spoglia di ogni partenza culturale […] Abbiamo ragazzi sempre meno in grado di parlare, scrivere, analizzare, leggere (e comprendere quel che leggono!), e la novità che viene lanciata ora è educazione civica?».



La scuola e l’educazione servono da che mondo e mondo a formare persone più intelligenti e cittadini a tutto tondo ed è qui che la Mastrocola coglie il peccato originale della “visione” di Azzolina & co.: «il buon cittadino non è qualcosa di a sé stante, è contenuto intrinsecamente in una persona che sia colta e fantasiosa, libera di esprimersi, e anche di dissentire. Insomma, mi sembra, oltre che ridicolo, riduttivo e pleonastico insegnare educazione civica a bambini di tre anni».

Educazione riguarda valori universali e insiti in ogni uomo ma, conclude Mastrocola, ciò avviene in maniera “indiretta” attraverso l’esempio quotidiano a scuola, e attraverso le materie di base, a partire dall’alfabeto e dalle quattro operazioni. «È l’educazione che normalmente ogni insegnante insegna col suo lavoro in classe […] Tutto il resto è ideologia e indottrinamento, più o meno sotterraneo». L’invocazione finale rispecchia quanto già il Sussidiario.net chiede da tempo sul fronte scuola ed educazione: «Aria! Abbiamo bisogno di aria. E di libertà».