Dall’anno scolastico 2024/2025 nelle scuole italiane tornerà l’educazione civica. Le nuove linee guida entreranno in vigore e sostituiranno le precedenti, con l’aggiunta di alcuni contenuti: saranno valide a livello nazionale. Il documento è stato inviato ieri da Valditara al Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione e prevede tra le novità proprio l’introduzione dell’insegnamento dell’educazione civica, che sottolinea la centralità della persona umana. Lo Stato, attraverso il suo sistema di regole e leggi, valorizza ogni individuo e gli studenti attraverso la cultura.
L’insegnamento ha come obiettivo quello di promuovere la formazione alla coscienza di una comune identità italiana: nelle linee guida viene infatti evidenziato il nesso tra senso civico e sentimento di appartenenza alla comunità nazionale. Il ministro Valditara, sulle pagine de Il Messaggero, spiega che le l’obiettivo è quello di riportare in auge quei valori spesso dimenticati come la “consapevolezza di appartenere a una comunità nazionale che ha una storia e valori, a iniziare da quelli scritti nella Costituzione e che la stessa Carta definisce Patria”.
Valditara: “Dobbiamo avere consapevolezza di chi siamo”
Parlando sulle pagine de Il Messaggero dell’insegnamento dell’educazione civica, il ministro Valditara spiega che l’idea è quella di sviluppare nei giovani il patriottismo, un valore sempre più trascurato “per un pregiudizio ideologico”. Recuperarlo, secondo il ministro, significa “avere consapevolezza di chi siamo oggi, così come del nostro passato, per costruire un futuro comune”. Insegnare l’importanza della patria non vuol dire, secondo il ministro, sfociare nel nazionalismo: si tratta di due concetti diversi, spiega, poiché il secondo presuppone un’idea di superiorità di una nazione su un’altra.
Per gli studenti ci saranno 33 ore all’anno di educazione civica trasversali: infatti alcune idee saranno insegnate anche durante altri insegnamenti, come nelle lezioni di storia, letterature e altre discipline. Gli insegnanti non saranno nuovi ma “sono quelli disciplinari. La novità, oltre che nei contenuti, è che si vengono a definire i traguardi e gli obiettivi di apprendimento che finora mancavano”. Per l’educazione civica sarà previsto un voto così come per le altre materie, conclude il ministro al Messaggero.