Il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi ha annunciato a Bologna a Rep Idee 2021 che l’educazione sessuale rivestirà un ruolo cardine sin dal prossimo anno nella quotidianità degli studenti italiani: “Dobbiamo educare tutti noi agli affetti e quindi anche al sesso, che è una parte della nostra vita. Questo fa parte dell’idea di dare una formazione per la vita”. Per il ministro è giunta l’ora di “andare avanti” sull’argomento, per consentire ai giovani di arrivare preparati al meglio alla vita e educarli all’amore e al rispetto verso se stessi e verso l’altro.

Come riporta “Libero”, esaurita la parentesi sull’educazione sessuale, Bianchi ha ribadito come la scuola italiana sia in cammino e il ritorno in presenza non sia unicamente un problema del Governo: serve uno sforzo congiunto per recuperare la normalità, ricordando che siamo passati attraverso una situazione senza precedenti e prendendo evidenza della realtà. “Stiamo tutti lavorando per la didattica in presenza, ma io vorrei anche una scuola diversa dal passato. Cogliamo l’occasione del tornare in presenza costruendo una nuova normalità”.

EDUCAZIONE SESSUALE ANNUNCIATA DA PATRIZIO BIANCHI: “STO FACENDO LA BATTAGLIA PER LA PRESENZA”

Patrizio Bianchi, oltre ad annunciare l’arrivo dell’educazione sessuale nelle scuole italiane da settembre, a Bologna (Rep 2021) ha anche dichiarato, come scrive “Libero”, di essere impegnato nella battaglia per la presenza, giorno e notte ma “ognuno ha una responsabilità: il Cts fa le sue affermazioni, loro ci dicono che ci sono ancora dei problemi sanitari e ci devono dire loro cosa succede se ci sono certi livelli di copertura vaccinale”.

Al momento, poi, non c’è l’obbligo vaccinale per gli insegnanti e neppure si sta pensando di introdurlo, ma si leva sempre più forte un appello alla sensibilità individuale sull’argomento vaccini. “Se vogliamo tornare in presenza, il nostro invito è che tutti si rendano responsabili e quindi che colgano l’occasione che viene offerta di potersi vaccinare”. Anche perché la pandemia di Coronavirus, ahinoi, non può certo dirsi archiviata e “ci vuole un di più di responsabilità da parte di tutti: la cosa peggiore che potremmo fare è darla per scontata”.