Clima di alta tensione ieri alla Camera tra maggioranza e opposizione, ma anche all’interno delle forze di governo. Motivo del contendere l’educazione sessuale nelle scuole – sullo stile UK – una proposta Movimento 5 Stelle nel corso dell’esame del testo contro la violenza di genere sul quale maggioranza e opposizione in Commissione Giustizia erano riusciti a creare un clima di quasi intesa.
La bagarre nell’aula di Montecitorio è stata scatenata dal deputato della Lega Rossano Sasso. Per l’ex sottosegretario chiedere di insegnare “l’educazione sessuale e affettiva” nelle scuole “è una nefandezza”, “una porcheria”, un “qualcosa che fino a quando la Lega sarà al Governo non accadrà mai”. Durissima la replica dell’opposizione, che ha subito parlato di “oscurantismo”, “preistoria” e di “ritorno al Medioevo”.
Lo scontro in aula sull’educazione sessuale a scuola
L’emendamento sull’educazione sessuale a scuola è stato bocciato e Sasso non è andato giù per il sottile parlando di “nefandezza”, “oscenità”, “turpiloquio”: “Se la vogliono se la facciano nelle loro sedi di partito e vediamo se i genitori manderanno lì i loro figli“, riporta l’Ansa. Non è tardata ad arrivare la replica del leader Verde Angelo Bonelli è netto: “Definire un emendamento una nefandezza è inaccettabile. Non siamo a Kabul ma nella Repubblica italiana, Sasso non ci riporterà all’ oscurantismo”. Sasso ha tenuto la barra dritta, contrattaccando: “Gli italiani ci hanno dato la maggioranza, noi legiferiamo, voi potete decidere se votare insieme a noi, ma di sicuro non inserendo l’educazione sessuale”. Le parole del leghista sono state stigmatizzate anche da Fratelli d’Italia con Carolina Varchi e il presidente della Commissione Ciro Maschio, che ha definito quello di Sasso “un intervento fuori luogo” dal quale si “dissocia“. Sasso già il 5 ottobre aveva definito “nefandezza” l’idea di parlare di “educazione sessuale” in classe in una mozione sulla scuola.