Gli studenti delle Scuole Medie Superiori sono già stati chiamati in piazza a manifestare contro la Riforma Gelmini, e ora che il decreto è passato alla Camera con il voto di fiducia saranno sempre più assoldati nel tentativo di far capire al governo che la riforma non la vuole nessuno.

Per fermare la strumentalizzazione delle supposte masse studentesche, strumentalizzazione che è fatta a difesa della scuola pubblica per evitare una quanto mai fantomatica privatizzazione del sistema, basterebbe chiedersi quale tsunami stia travolgendo gli studenti delle scuole superiori italiani. Si scoprirebbe che non c’è nessuno tsunami all’orizzonte, e men che meno la minaccia di uno smantellamento della scuola statale a favore di quella paritaria, che invece si trova sempre più in difficoltà per il permanere di una ingiustizia economica.



Per questo agli studenti che si stanno apprestando a riempire le piazze sempre più piccole c’è da far presente che il maxiemendamento Gelmini tocca la scuola superiore in alcuni aspetti marginali, e che tutto il resto sono solo parole. Ci sarà il ritorno del voto di condotta, che da quest’anno conterà nella valutazione finale, fino a contribuire alla media e a determinare la bocciatura per chi ottiene in pagella il 5. Non è certo questa una ragione per scioperare; anzi, dopo tutto il can can che si è fatto in questi anni sul bullismo, è uno strumento – anche se di limitata efficacia – per arginare la violenza ingiustificata e gratuita che entra dentro le aule scolastiche e che contraddice qualsiasi principio educativo. Sarà decisivo il modo con cui le scuole nella loro autonomia decideranno di usare questo strumento; in questo senso è urgente che il voto di condotta non sia più lo strumento per premiare gli studenti ligi e bigi, ma quelli che partecipano con la loro identità e in modo creativo alla vita della scuola.



Sarà poi estesa a cinque anni la durata dei libri di testo allo scopo di contrastare il caro libri, e anche questo è un provvedimento che non si vede perché mai debba essere contestato, così come la scelta di dare più importanza allo studio dell’educazione, che anzi è stato in questi anni una richiesta di parte del mondo studentesco.

Saranno destinate risorse a finanziare  interventi per l’edilizia scolastica e la messa in sicurezza degli istituti scolastici, impianti e strutture sportive; e anche questa scelta è del tutto ragionevole.

Questa è la ricaduta del Decreto Gelmini sulla scuola superiore; il che evidenzia quanto sia mai irragionevole che gli studenti vadano in piazza, tanto più che l’anno scorso sono stati zitti sul decreto Fioroni che ha introdotto in modo sciagurato il recupero dei debiti scolastici e che dovrebbe sì essere oggetto dell’attenzione del mondo studentesco, in modo che il Ministro Gelmini ci metta mano per rendere efficace l’intervento delle scuole e degli insegnanti a favore degli studenti in difficoltà. Ma su questo, che è un problema reale ed urgente, tutto tace, con il rischio che si ripeta la pantomima dello scorso anno e a danno degli studenti



(Gianni Mereghetti)