L’opposizione ha chiesto il ritiro del decreto Gelmini, ma il Governo andrà avanti. Lo ha detto il presidente del consiglio, Silvio Berlusconi, nella conferenza stampa tenuta oggi a Palazzo Chigi assieme al ministro Gelmini. «Riteniamo che si stia assistendo al peggio del peggio della vecchia politica. Ancora oggi il leader del Pd ha chiesto il ritiro del dl, ma noi siamo convinti di quello che facciamo e continueremo – ha osservato – nella direzione lungamente meditata».



«La sinistra è contro il decreto Gelmini, che, ricordo, è un decreto e non la riforma della scuola. Tenta di costruire un’opposizione di piazza su un terreno circoscritto, perché come governo siamo inattaccabili su tutta una serie di provvedimenti». E Berlusconi passa poi a elencare le falsità: «La sinistra parla di 86mila insegnanti in meno. E’ falso. Con la riforma nessuno sarà cacciato. Ci sarà solo il pensionamento di chi ha già raggiunto l’età e il blocco del turn over». Tagli indispensabili, secondo Berlusconi, perché «la pletoricità del corpo insegnate» rende oggi «impossibile fare investimenti strutturali e didattici». «Oggi gli insegnanti guadagnano troppo poco, guadagna lo stesso chi studia e si aggiorna e chi è spesso assente».



Falsa anche l’accusa di razzismo contro per l’emendamento sull’inserimento degli stranieri: «Si tratta di strumenti d’integrazione, di buon senso, certamente non razzisti. Nel nord ci sono classi in cui si parlano 10 lingue e vorrei sapere come si fa a insegnare a chi non parla italiano.

E’ impossibile. Si tratta di una proposta – aggiunge Berlusconi – che ci è stata richiesta dagli insegnanti, come avviene nel resto d’Europa».

«Un’altra falsità che si dice – prosegue Berlusconi – è che vogliamo chiudere le scuole. Non è vero, noi pensiamo ad una razionalizzazione del personale, cosa prevista anche dal governo del centro sinistra. Ad esempio, per le comunità montane, abbiamo previsto che un preside ed un segretario possano occuparsi si due o più scuole con meno di 50 alunni». E poi la questione del tempo pieno: considerando una media di 21 alunni per classe in cinque anni riusciremo ad avere quasi 6.000 classi in più di tempo pieno. «Non solo – ha ribadito il Premier – non c’e alcuna riduzione del tempo pieno ma è lapalissiano che passando da più insegnanti a uno possiamo avere più docenti da utilizzare nel tempo pieno e quindi si possono aumentare del 50% la classi che possono usufruire del tempo pieno».



Infine una scherzosa bacchettata al ministro Gelmini: «Ti sei sbagliata, non è maestro unico ma prevalente. E’ un maestro prevalente – ha spiegato Berlusconi – perché è affiancato dall’insegnante, di lingua straniera, religione e di informatica».