È la vera novità per gli studenti che dovranno affrontare quest’anno l’esame di terza media, dopo aver ottenuto il giudizio di ammissione: una prova scritta inedita, in aggiunta a quelle tradizionali, unica per tutto il territorio nazionale, che si svolgerà per tutti il 17 giugno 2008. Lo prevede una legge approvata nell’ottobre scorso, definita da un’apposita direttiva del ministro Fioroni, e calendarizzata da una circolare pubblicata ieri sul sito del Ministero della Pubblica Istruzione.
Il testo della prova, predisposto dall’Invalsi (l’Istituto nazionale per la valutazione del sistema educativo di istruzione) e scelto dal ministro, riguarderà italiano e matematica, e avrà contenuti strutturati e semistrutturati (quesiti sia a scelta multipla sia a risposta aperta). La prova ha lo scopo di “integrare gli elementi di valutazione degli alunni” e spetterà alle singole commissioni d’esame determinare il peso e l’incidenza della prova nazionale sulla valutazione complessiva. Quest’anno si sperimenterà la nuova formula.
In prospettiva, però, spiegano al Ministero, c’è la volontà di “costruire, in collaborazione con le scuole e con i docenti, soluzioni a regime con compiuta validità scientifica”. La circolare si inserisce in un quadro di sollecitazioni provenienti dall’intero spettro della politica scolastica del paese, tanto che l’emendamento con il quale sono state reintrodotte le prove aggiuntive negli esami di terza media e di maturità è stato proposto non dal Governo, ma dall’on. Aprea.
Sullo sfondo di questa iniziativa, gli esiti negativi delle rilevazioni internazionali degli apprendimenti dei nostri studenti e l’esigenza di innalzare i livelli di qualità del nostro sistema educativo. Non a caso, la prova sarà predisposta dall’Invalsi, ente autonomo istituito proprio per verificare la qualità dell’offerta formativa e i risultati dell’azione educativa dell’intero sistema e delle singole scuole. Quindi la prova ha questo scopo: testare non solo le conoscenze degli studenti, ma anche il valore aggiunto delle singole scuole. La valutazione a livello nazionale degli apprendimenti e delle competenze fondamentali degli studenti, ad opera di un’Authority terza tra il Ministero e le scuole stesse, costituisce il necessario completamento dell’autonomia scolastica e insieme la base di partenza per migliorare la qualità del nostro sistema di istruzione.
Se, come suggerisce il documento “Una scuola per il bene comune”, pubblicato nei giorni scorsi su www.ilsussidiario.net, si arrivasse a stilare una graduatoria nazionale, scuola per scuola, sulla base dell’accertamento del valore aggiunto, le famiglie potrebbero esercitare una effettiva libertà di scelta della scuola dei loro figli, le scuole potrebbero migliorare la propria offerta formativa, e i governi nazionali e locali potrebbero elaborare le policies di loro competenza, sulla base di informazioni realistiche e documentate.